venerdì 11 maggio 2012
Capitolo I - Me e le conseguenze di me
Non è che io non ci creda. No. Tutt'altro, a modo mio, io ci credo. A modo mio. "AMORE" una parola strausata e sciatta. Le persone neanche si conoscono, e parlano d'amore per sempre, di vite indivisibili, di infinito. Tutto finisce. Tutto passa. Tutto scorre. Niente è per sempre. Anche questo ci spiegavano a scuola, ma non abbiamo mai ascoltato veramente, forse perché quel giorno nostra nonna, cadde un'altra volta dalle scale. Ma non illuderti, non siamo giustificati. L'amore è una reazione chimica tra due animali che si sono dati, da soli e senza contraddittorio, appellativi quali "intelligenti", "pensanti". Confondiamo un'emozione, per sua natura destinata a finire, magari lentamente, ma a finire, con un sentimento utopicamente eterno. Spesso, "amiamo" per solitudine, per riempire un vuoto. Raramente amiamo persone dal brutto aspetto, perché l'amore non ragiona secondo il tuo cuore, come credi, ma secondo la fusione di due principi: Mendel e Darwin. Inizia quasi sempre così, con una notte insieme, due notti, tre, cento... tutto si riduce alla fine ad un letto disfatto. Che duri 3 giorni, che duri 3 anni... 30, lo chiamiamo amore e giuriamo che sia eterno.
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