Dopo 7 mesi la Corea del Sud condanna il capitano del traghetto affondato.
E' scappato via senza guardarsi indietro... e noi, in Italia, non avevamo una storia simile?
E' scappato via senza guardarsi indietro... e noi, in Italia, non avevamo una storia simile?

Non è stata riconosciuta l'accusa di omicidio, ma solo quella di colpevole negligenza per aver abbandonato la nave con i passeggeri ancora a bordo. Condanne anche per altri tre membri dell'equipaggio.
Lee Jun-Seok, capitano del traghetto Sewol affondato il 14 aprile al largo delle coste meridionali della Corea del Sud, con un bilancio di 300 vittime, è stato condannato dalla Corte di Gwangju a 36 anni di carcere, mentre è stato prosciolto dalle accuse di omicidio. Lee, 69 anni, era stato accusato di aver abbandonato il traghetto sulle prime unità di soccorso giunte sul luogo del naufragio, mollando alla loro sorte i 476 passeggeri, in prevalenza studenti in gita e morti in gran parte nell'incidente. La procura aveva addebitato al capitano l'accusa di omicidio che, se accolta avrebbe comportato l'ipotesi di pena di morte, esistente nell'ordinamento sudcoreano, ma di fatto congelata in una moratoria ultradecennale.
Le accuse per il capitano riguardavano il reato di 'colpevole negligenza' per aver abbandonato la nave con molti passeggeri ancora a bordo. Assieme a lui finiranno dietro le sbarre altri tre membri dell'equipaggio condannati dal verdetto del tribunale a 30 anni di carcere. Variano dai cinque anni ai 20 anni, invece, le pene detentive decise per altri 13 membri del personale di borso, tra cui il primo ingegnere, per aver abbandonto e violato le norme sulla sicurezza navale.
I dubbi della pubblica accusa si sono concentrati sull'inspiegabile ordine dato ai passeggeri di restare "al sicuro nelle cabine" in attesa dei soccorsi, mentre capitano ed equipaggio si preparavano ad abbandonare il traghetto che affondava. Decisione fortemente criticata anche dal presidente sud coreano, Park Geun-hye - coperta di critiche all'indomani della vicenda per le inefficienze dei soccorsi e la cattiva gestione della crisi - che ha descritto le scelte e le azioni dell'equipaggio "simili all'omicidio", auspicando pene severe a carico dei responsabili. Attraverso le indagini, durate sette mesi, i procuratori sono riusciti a portato alla luce le ripetute violazioni della società armatrice che, a detta degli inquirenti, ha "puntualmente ignorato gli avvertimenti sulla sicurezza" e permesso al traghetto di navigare sovraccaricato.
In mattinata, intanto, il governo sudcoreano ha deciso la fine delle ricerche dei dispersi, mai interrotte dal giorno dell'accaduto. Allo stato attuale, secondo quanto detto dal ministro della Pesca e del Mare, Lee Ju-young, il numero totale di morti e dispersi è di 304: nove persone mancano ufficialmente all'appello, mentre i corpi recuperati sono 295, tra cui l'ultimo di una ragazza trovato dai sub alla fine dello scorso mese.
Fonte: Repubblica.it