sabato 6 agosto 2016

«Perché Gigi D’Agostino è tornato di moda?»


Sembra una domanda stupida, o peggio una presa in giro, ma non lo è. Gigi D’Agostino è tornato di moda. E non tra gli over 30, dove un revival è legittimo e plausibile. Sono i teenager che vanno ai festival e impazziscono per l’EDM e la trap ad aver eletto Gigi come nuovo idolo. E probabilmente sarà uno dei tormentoni dell’estate 2016. Il video girato in un liceo di Lecco, con la banda della scuola che suona ‘L’Amour Toujours’ e tutti a fare il coro, ne è la dimostrazione.

Questo preambolo non dà risposta alla mia domanda: perché? Gigi D’Agostino è stato un mito generazionale. Giusto vent’anni fa, nel 1996, Gigi e tutta la crew che lavorava alla BXR Noise Maker, sotto-etichetta della gloriosa Media Records (una delle fabbriche di hit degli anni ’90) portavano al successo la mediterranean progressive. I dischi di Gigi D’Agostino avevano qualcosa in più, anche se apparentemente erano più "difficili": 'Gigi’s Violin', 'Elektro Message', 'Noise Maker Theme', 'Angels Symphony' (insieme a RAF by Picotto) andavano in radio, in classifica, spopolavano nei club, tutti li sapevano a memoria. La mitica 'Giallone Remix' (con Daniele Gas) fu la prima traccia a far drizzare le antenne ai dj progressive più attenti, e a quelli house più audaci (era il 1994).



Arriva la prima svolta: il 1999 è l'anno di successi come 'The Riddle', 'Another Way', e soprattutto un capolavoro come 'Bla Bla Bla', successone clamoroso ai tempi sopravvalutato dai palati fini e consacrato invece dal tempo come classico indiscusso della dance mondiale. I Subsonica nei loro tour dei primi 2000 ne inseriscono una cover in scaletta. I '90 stanno finendo, la golden age della "commerciale" è sulla via del tramonto e i numerosi programmi dance del pomeriggio radiofonico italiano (bei tempi) hanno fame di cassa in quattro. Poi arriva il pezzo che rovescia il tavolo: 'L’Amour Toujours', title track dell’album e canzone vera e propria: strofa, ritornello, break, tutto senza tradire il tiro alla D’Agostino. Bingo. Le radio impazziscono, le classifiche di vendita vedono il disco schizzare ai vertici. 'L’Amour Toujours' diventa una hit europea.



Gigi è inarrestabile, ogni pezzo è una hit. Lui è l’icona del dj superstar che vediamo oggi, ma 15 anni fa: le magliette e il logo con gli ideogrammi giapponesi, gli occhiali colorati, il pizzo ossigenato, le pellicce; il performer che balla, canta, intrattiene al microfono. Molto prima dell’avvento dei dj da festival. 

Poi le cose cambiano: tanti lo copiano, lui si stufa, il carattere e la personalità non sono dei più facili da gestire. Arriva il periodo della ricerca e del "lento violento": 100 bpm, suoni cattivi, tracce che sembrano filastrocche ma hanno una loro ragion d’essere. Gli anni ’00 sono il trionfo del Gigi pazzo, quello che non si presenta alle serate o che si presenta il giorno prima con il suo team per testare l’impianto e portare più potenza quando serve. Il Gigi un pò mistico, un pò clown, il re delle serate di provincia, quello vestito da marinaio con gli occhiali gialli come se il ’99 non fosse mai finito.

Ma la storia ha in serbo un’altra svolta: tra i tanti aftermovie non ufficiali del Tomorrowland, ne compare uno, molto cliccato, la cui colonna sonora è proprio 'L’Amour Toujours'. Sembra il pretesto perfetto per ridare ossigeno a una vecchia hit, come spesso accade nella dance: così Dzeko & Torres si affidano alla voce di Delaney Jane per una cover. Che finisce nelle mani di Tiesto. Che ne fa un edit e inizia a suonarlo nei suoi set. Facile immaginare il risultato.


I ragazzi sono svegli, ed è facile ricordarsi o documentarsi sul pezzo originale. Così quel personaggio strambo, che già 15 anni prima incarnava il concetto di dj superstar, torna prepotentemente nell’orbita degli interessi dei giovanissimi. Sembra il classico web troll, una presa per il culo di una vecchia gloria che rappresenta un'epoca preistorica del clubbing. Invece Gigi diventa in poco tempo il tormentone del 2016. Serate sold out, grandi eventi. Lo spazio allestito per il Namless Festival, in provincia di Lecco, ospiterà una 12 ore di Gigi D’Agostino. Come si dice, Gigi "ha fatto il giro": da superstar agli anni del fisiologico calo, fino alla riscoperta. Perché è innegabile che ci sia del genio in Gigi Dag: nelle produzioni, nel modo di porsi e nella comunicativa, nel personaggio, in tutto. 

Era il precursore della figura del dj entertainer come lo concepiamo oggi. Ci aveva visto lungo. Lunghissimo. E si sta prendendo il meritato riscontro.