martedì 19 ottobre 2021

Addio ad Angelo Licheri, l’uomo che si calò nel pozzo per tentare di salvare Alfredino Rampi

Si è spento nella notte a 77 anni, nella casa di riposo San Giuseppe a Nettuno, dove aveva trascorso l’ultimo periodo della sua vita






















Si è spento nella notte Angelo Licheri, l’uomo che il 10 giugno di quarant’anni fa si offrì per calarsi nel pozzo di Vermicino, nel tentativo di salvare il piccolo Alfredino Rampi. Licheri, divenuto noto come «l’uomo ragno», si è spento all’età di 77 anni nella casa di riposo San Giuseppe a Nettuno, dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita

Un gesto coraggioso che commosse l’Italia. Era il 1981 quando tutta la nazione, incollata alla televisione, assisteva con il fiato sospeso ai tentativi di salvataggio del piccolo Alfredino, il bimbo di 6 anni caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino alla villa dei nonni. La notizia, oltre che davanti alla televisione, aveva radunato un’enorme folla sul luogo dell’incidente, tra curiosi e gente che si proponeva di offrire il proprio aiuto. La voce straziante del bambino, che chiamava la madre o si lamentava per la fame, risuonava abbastanza chiara grazie ad un microfono calato nel pozzo tramite una fune dalla Rai. Le opere di trivellamento del pozzo, però, avevano fatto sì che Alfredino scivolasse ancora più in profondità, rendendo necessario un disperato intervento immediato




















Angelo Licheri, originario di Sassari, aveva 37 anni ed era un uomo di esile corporatura. Proprio per la sua magrezza fu scelto tra decine di volontari presenti sul posto per essere calato a testa in giù nel pozzo, a 60 metri di profondità. Gli venne, quindi, legata una corda alle caviglie e sistemata una torcia elettrica sulla testa

Licheri riuscì a scendere molto più di quelli che lo avevano preceduto, raggiungendo il bambino. Il moschettone dell’imbracatura che gli aveva fatto indossare, però, cedette e si sganciò. Tentò allora di prenderlo per le mani, arrivando più volte a sfiorarle, ma quando fu in grado di afferrarlo per i polsi gliene ruppe involontariamente uno. «Allora gli parlo, ma Alfredino non mi rispondericordò in una recente intervista a La Stampa - gli pulisco la bocca, gli dico che ho da dargli la bicicletta più bella del mondo, di quelle che a Vermicino non si sono mai viste. Dico altre cose e continuo fino a quando non riesco più a inventare nulla». Alfredino, però, non rispondeva già più. Dopo mezz’ora a testa in giù – il doppio di quanto era stato concordato – l’uomo fu portato fuori dal pozzo, dal quale emerse piangendo a dirotto.

Fonte: La Stampa