Intervistata da Rolling Stone, la cantante racconta per la prima volta il periodo più complesso della sua carriera e come ne è uscita
Nella carriera di Lady Gaga c'è un prima e un dopo il febbraio del 2018, quando la cantante decise di interrompere dall'oggi al domani il suo tour mondiale nonostante il successo dell'album Joanne. «Per tutti ero un prodotto, un oggetto, business. Una volta che sono diventata un’enorme azienda per le persone, la loro priorità non è stata più assicurarsi che avessi un’esperienza artistica dignitosa. Era assicurarsi che potessi guadagnare soldi il più velocemente possibile», racconta Lady Gaga in un'intervista a Rolling Stone aggiungendo che il momento più complesso coincide con la lavorazione del film A Star Is Born.
«Ho fatto A Star Is Born sotto l’effetto del litio», dice Lady Gaga riferendosi al farmaco utilizzato per disturbi dell’umore. In parallelo, il dolore cronico causato dalla fibromialgia contribuì a un peggioramento fino a un collasso psichico vero e proprio: «Un giorno mia sorella mi ha detto: ‘Non vedo più mia sorella’ ed ho annullato il tour. Un giorno sono andata in ospedale per cure psichiatriche. Avevo bisogno di una pausa. Non riuscivo a fare niente, sono crollata completamente. È stato davvero spaventoso. C’è stato un periodo in cui non pensavo di poter migliorare. Mi sento davvero fortunata ad essere viva. So che potrebbe sembrare drammatico, ma sappiamo come può andare a finire».
A farla stare meglio è stato soprattutto un percorso terapeutico costante e il supporto del compagno Michael Polansky: «Ci sono voluti mesi e mesi per riscoprire tutto ciò che avevo perso», dice ancora Lady Gaga aggiungendo di aver trasferito questa fase di recupero creativo nel suo nuovo album Mayhem. Oggi riferisce di sentirsi finalmente in equilibrio pur riconoscendo che le dinamiche del palco richiedono ancora attenzione: «Vedo tutti i fan e io indosso questo vestito enorme, e la musica è così alta ed è molto teatrale e per 90 secondi, devo convincermi a non avere un attacco di panico».
Fonte: Vanityfair.it


