A molte persone capita di vivere più vite in una. Ed è capitato anche a Sasha Grey, ex pornostar, protagonista di ben 321 film hard in cinque anni di folgorante carriera, dai 18 ai 23 anni.
Una volta abbandonato il mondo del porno, pur senza ripudiarlo, Sasha si è reinventata una carriera da dj, attrice – l'ultimo film interpretato è Open Windows (2014) dove ha diviso il set con Elijah Wood nell’interpretare un’attrice che viene spiata segretamente online da un suo ammiratore - e, come se non bastasse, pure scrittrice con The Juliette Society (in Italia edito da Rizzoli) un romanzo con molto sesso e consistenti riferimenti cinematografici “colti” - Hitchcock, Godard, Bunuel, Welles - dovuti al fatto che la protagonista è una studentessa di cinema (che si invaghisce del suo prof).
Citazioni colte che la fascinosa Sasha non manca di infilare anche sui sui social, a cominciare dall’istantanea della copertina de La Lunga strada di sabbia di Pasolini per ricordarne la morte, l'endorsement per il film Non essere cattivo, ma anche foto con il suo dobermann che le appoggia il muso tra le gambe e lei che scrive Nothing strange. At all. Sottile ironia che manda in solluchero i suoi numerosi fan della prima e dell'ultima ora.
Proprio quelli che hanno conosciuto Sasha nella sua prima (s)veste, ora avrebbero delle difficoltà a cercare sue foto "hot" su Google. Succede che se cercate sul motore di ricerca "Sasha Grey" vi usciranno le immagini della vita 2.0 di Sasha, quella poco pruriginosa, di lei che mette i dischi ad uno dei suoi dj set per esempio. Sasha la casta.
Che fine avranno fatto le sue numerose foto come mamma l'ha fatta? Finite nel dimenticatoio del web, che tecnicamente è la seconda-terza pagina di ricerca, frequentata solo da minoranze caparbie. Un riposizionamento d'immagine dell’ex diva del porno che non è sfuggita al sito web The Hustle che di recente ha pubblicato un’interessante inchiesta spavaldamente titolata: «Come Sasha Grey ha rimosso migliaia di c. dalle ricerche su di lei in Internet».
01. Avere un progetto personale o professionale di crescita «Iniziamo dall’inizio», disse la protagonista di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”. Per iniziare a crearsi il proprio SelfBrand, o per rinnovarlo o correggerlo, serve un sogno, un’idea o un progetto che si desidera realizzare.
02. Definire un traguardo desiderabile Definita l’idea, va identificata la scena ideale, la meta, il traguardo che si desidera raggiungere: più è dettagliato, preciso, correlato di immagini, quantificabile ed emozionale, più farà da “motivatore” giornaliero nei confronti delle difficoltà che si incontreranno.
03. Conoscere o comprendere il mercato o le persone che si devono approcciare Ogni nuova idea, progetto o sogno ha uno specifico pubblico di riferimento, che va conosciuto, compreso e osservato, in modo che l’approccio sia efficace, così come l’ingaggio.
04. Comprendere come si è posizionati Ognuno di noi, consapevolmente o inconsapevolmente, ha un suo Brand che si è creato attraverso una comunicazione più o meno adatta e a seguito di azioni più o meno felici. In questa fase va compreso, tramite uno specifico sondaggio, esattamente quanto e come si è comunicato in termini di immagine e contenuti.
05. Pianificare il progetto e i sotto obiettivi Definito il progetto e la meta finale, vanno definiti tutti i sotto-obiettivi che porteranno al raggiungimento della meta: utile è utilizzare dei piani di lavoro, delle mappe mentali che portino con metodo, con strategia e nei tempi corretti ai risultati desiderati.
06. Attivare il marketing mix Le giuste azioni di marketing sono fondamentali, non serve avere un bel progetto se nessuno lo conosce o sa che esiste. È dunque essenziale saper operare con i canali più idonei al pubblico al quale ci si riferisce, evitando così spreco di tempo e di denaro.
07. Proporre il prorpio SelfBrand Fra i vari sotto-obiettivi, si sono preparati dei biglietti da visita, un media kit di presentazione e una presenza sul web. È arrivato quindi il momento di presentarsi al mondo organizzando o partecipando a eventi di networking per conoscere sempre più contatti utili per lavoro e nuovi amici per i nuovi progetti.
08. Fare errori Nelle fasi da 1 a 7 è possibile aver commesso errori di non comprensione, di scorretta informazione, che hanno portato a un’incrinatura del Brand personale. Altre difficoltà possono arrivare da persone che per svariati motivi (invidia, cattiveria…) stanno infangando emozionalmente la Brand Reputation. In questa fase avviene l’analisi di quanto è avvenuto, dei risultati fino a qui raggiunti e se ci sono o no grosse incrinature del perché e di chi ne è la causa. Tutti gli aspetti vanno compresi esattamente nella loro interezza, semplicità e con spirito di osservazione.
09. Attivare correzioni Si può sempre rimediare a uno scivolone o a una cattiva reputazione, occorre solo sapere come fare. I modi normalmente sono tre: attaccare, difendersi o non fare nulla. Oppure, con la metodologia di SelfBrand, c’è un piano d’azione preciso da redigere e da fortificare nel tempo.
10. Rilancio del proprio brand Il proprio SelfBrand va costantemente monitorato, difeso e ci sono sempre occasioni per fortificarlo. Gli errori e le correzioni sono fattori umani, le emozioni ci rendono reali, ma sarà la strategia analitica che permetterà di rilanciare con successo il SelfBrand e dar vigore alla nostra Brand Reputation. Rispettando se stessi e coloro che con noi faranno networking.
11. Il libro "SelfBrand, l'evoluzione" "SelfBrand, l'evoluzione" è l'ultimo libro della formatrice ed esperta di marketing Donatella Rampado, edito da Franco Angeli.
Fonte: Vanityfair.it