Respinto il ricorso della Società autori editori contro l’Antitrust: confermato l’abuso di posizione dominante. Davide d’Atri: “Ora regole chiare per il mercato della gestione diritto d’autore”
La Siae ha esercitato “abuso di posizione dominante” nei confronti di Soundreef dal 2012. Lo conferma il Tar del Lazio respingendo il ricorso all’Antitrust da parte della Società italiana autori editori. “Il provvedimento impugnato – scrivono i giudici amministrativi – sia pure sullo sfondo di una normativa complessa e di pronunce giurisprudenziali in successione”, è “coerentemente impostato e motivato”.
Il giudizio del Tar arriva a un anno di distanza dai rilievi sollevati dall’Agcm nei confronti di Siae. Pronuncia chiara che si allinea alle nuove impostazioni di mercato all’indomani della direttiva Copyright europea.
Siae contro Soundreef, cosa dicono i “vincitori”
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“La pronuncia del TAR conferma di fatto la decisione dell’Agcm che ha segnato la strada verso la liberalizzazione – dice Marco Piana, presidente di Soundreef -, riconoscendo in modo definitivo il comportamento illecito attraverso il quale la Siae, per anni, ha limitato lo sviluppo concorrenziale nel settore del diritto d’autore”.
“Siamo soddisfatti per gli autori ed editori che da anni chiedono la libertà di scegliere il proprio intermediario – dice Davide d’Atri, amministratore delegato della Soundreef -, ma siamo altresì consapevoli della complessità del mercato e per questo ringraziamo l’Antitrust in primis per il rigore e la pervicacia con la quale è intervenuta a garantire il rispetto delle regole in un mercato tanto centrale per lo sviluppo culturale del Paese, il Tar Lazio per l’accuratezza delle analisi svolte nonché il nostro avvocato, il professor Guido Scorza, per l’eccellente lavoro e la professionalità. Ora non ci resta che aspettare una riforma complessiva del sistema di gestione dei diritti d’autore che ci permetta di avere regole chiare e condivise per poter continuare a crescere e operare in Italia”.
La direttiva Ue sul copyright mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet. Le piattaforme Internet saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.
Direttiva Copyright: libertà di espressione
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Numerose disposizioni sono specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. Poiché la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, essa può continuare esattamente come prima. Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Lo “snippet” può quindi continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è stato protetto ancor più di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
Copyright, a chi non si applica la direttiva
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Nel testo viene inoltre specificato che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.
Fonte: Corrierecomunicazioni.it