Il noto talent scout e disc jockey italiano, ospite di Sciàttusch, ha ripercorso la sua carriera, parlato dei nuovi progetti, senza risparmiare qualche stoccata, confidando cosa non farebbe più nella vita.
"Io un rimpianto ce l’ho. O meglio, non so se è un rimpianto o una cosa che se tornassi indietro non farei più. Aver venduto Radio Deejay all’Espresso. Ecco, questa è una cosa che non mi perdonerò mai". Claudio Cecchetto, noto disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano, è intervenuto negli studi di Sciàttusch, ricordando i suoi esordi e raccontando come è cambiato il panorama musicale italiano. Chiaramente ha parlato anche della cessione di una delle radio che ha fondato, la famosissima Radio Deejay. Oggi però Cecchetto, che vive a Riccione, non ha abbandonato il mondo della radio, anzi. Il 1° febbraio ha lanciato "Riccione On Air".
A parte l'età tutto migliora
Intervistato da Grant Benson e Filippo Suessli l'inventore di Gioca Jouer ha anche esposto la sua visione sul mondo e sul passare del tempo: "Il mio più unico rimpianto è l'età. Per il resto è andato tutto sempre meglio. Quando c'erano i vinili io portavo in giro al massimo 40-50 dischi, adesso con la chiavetta ne porti 3000. E con l'evoluzione tecnologica molte persone possono avere accesso alla musica, anche se questo non significa avere successo".
La scoperta di Talenti
Cecchetto è famoso anche come talent scout, per aver scoperto numerosi talenti che hanno fatto la storia della musica italiana. Un documentario andato in onda sulla Rai intitolato "People from Cecchetto" ripercorre proprio la scoperta dei numerosi personaggi come Jovanotti, gli 883, Fiorello, Amadeus, Gerry Scotti, Leonardo Pieraccioni e Sabrina Salerno. "Ho avuto la fortuna di incontrare delle persone fantastiche e la mia intuizione si è rivelata giusta. Ma se queste persone sono arrivate al successo, è perché se lo meritavano e avevano dei valori nella loro professionalità. Per fortuna anche loro hanno conosciuto me".
Fonte: Ticinonews.ch