sabato 28 giugno 2025

Bolla tropicale e afa record, stop al lavoro nelle ore più calde della giornata: le ordinanze delle regioni, tutte le fasce orarie del divieto


Stop al lavoro per il caldo record: lo prevede la legge che impone l'alt alle attività lavorative in alcuni settori produttivi durante le ore più calde nelle giornate e nelle aree ad alto rischio per le elevate temperature. L'Italia è avvolta in una bolla tropicale con temperature un po' ovunque che arrivano fino a 40 gradi, mettendo a rischio la salute di migliaia di cittadini.


A farne le spese sono soprattutto i lavoratori all’aperto, che non hanno il privilegio dell’aria condizionata ma devono restare sotto il sole per ore. L’esposizione prolungata al sole nelle ore più roventi è quindi un problema.
Per questo, alcune amministrazioni re
gionali hanno deciso di mettere un limite orario oltre cui non si può andare. Sono infatti partite le prime ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle fasce orarie più critiche, nel tentativo di mettere un freno a quella che rischia di essere l’estate più calda ( e più insensata ) degli ultimi anni.

Caldo record, quali regioni hanno deciso lo stop alle attività lavorative
Lazio e Calabria sono state apripista di questa linea: già all’inizio di giugno hanno emesso nuove ordinanze anti-caldo che vietano le attività lavorative sotto il sole nelle ore più calde, ricalcando e anticipando le misure adottate nell’estate 2024. Nel Lazio, un’ordinanza firmata dal presidente di regione ha introdotto il divieto di svolgere lavoro all’aperto tra le 12:30 e le 16:00 in tutti i giorni in cui la piattaforma di monitoraggio Worklimate indica un rischioAltodi stress termico.

Il provvedimento, valido in tutta la regione, rimarrà in vigore fino al 31 agosto 2025. A pochi giorni di distanza, anche la Calabria ha adottato un’ordinanza analoga ( firmata il 10 giugno ) estesa all’intero territorio calabrese, e per la prima volta l’Umbria ha deciso di anticipare i tempi rispetto all’anno precedente, varando la sua ordinanza anti-caldo già a metà giugno 2025. Anche la Toscana ha deciso un'ordinanza simile.
E oggi è stata pure firmata un'ordinanza dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e che resterà in vigore fino al 31 agosto. Il divieto riguarda le aziende agricole, florovivaistiche, edili ( e affini ) e le cave. Lo stop scatterà dalle 12.30 alle 16 nelle aree e nei giorni in cui verrà segnalato, nella fascia oraria, un livello di rischio alto dalla mappa 'Lavoratore al sole e attività fisica intensa' disponibile sul sito internet del progetto Worklimate 2.0 dell’Inail. «Abbiamo voluto riproporre anche quest'anno l'ordinanzaspiega il presidente Schifaniperché non possiamo restare indifferenti davanti ai rischi estremi causati dal caldo, soprattutto per chi lavora all’aperto e senza protezioni. Questo provvedimento è un atto di civiltà e rispetto nei confronti dei lavoratori per proteggerli e prevenire tragedie annunciate. È una misura concreta, basata su dati scientifici, che richiede la massima collaborazione da parte delle imprese e dei datori di lavoro. La sicurezza non può e non deve essere mai considerata un optional». In caso di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia dell’incolumità, l’ordinanza non verrà applicata alle amministrazioni, ai concessionari di pubblico servizio e ai loro appaltatori, anche se i datori di lavoro dovranno intervenire con specifiche misure organizzative e operative per tutelare il personale.

Quando scatto il divieto di lavoro
Il divieto non è attivo automaticamente ogni giorno, ma solo quando scatta l’allerta di caldo estremo: le Regioni si basano sulle mappe previsionali fornite dalla piattaforma Worklimate 2.0 che segnalano, con qualche giorno di anticipo, le aree e le date in cui il rischio per i lavoratori esposti al sole è classificato come “Alto”. Tutte queste ordinanze resteranno valide fino al 31 agosto 2025 salvo proroghe, coprendo così l’intero periodo estivo.

Lavoro e alte temperature: cosa prevede la legge
Dal punto di vista normativo, queste iniziative regionali colmano un vuoto: la legislazione nazionale in materia di sicurezza sul lavoro ( art. 2087 c.c. e D.Lgs. 81/2008 ) già impone al datore di tutelare i lavoratori dal microclima sfavorevole, ma non fissava finora limiti specifici di temperatura oltre i quali fermare le attività. In passato era stata indicata la soglia di 35°C come riferimento per interrompere i lavori all’aperto, senza però un obbligo chiaro e univoco.

Impennata di caldo, venerdì 13 città bollino rosso e 10 arancione
Impennata di caldo in Italia. Venerdì 27 sono previsti 13 bollini rossi, più del doppio rispetto ad oggi che sono sei, secondo il bollettino aggiornato del Ministero della Salute. Le città interessate il 27 giugno dal livello 3 di caldo sono Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Milano, Perugia, Roma, Torino, Venezia, Verona. Sempre domani saranno 10 le città contraddistinte dal bollino arancione ( Cagliari, Catania, Latina, Napoli, Palermo, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Trieste, Viterbo ).


Nel resto d'Italia solo quattro bollini gialli, nelle città di Bari, Civitavecchia, Genova, Messina. Il livello 3 - spiega il Ministero della Salute - indica condizioni di emergenza ( ondata di calore ) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sulle persone a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche. Tanto più prolungata è l'ondata di calore, tanto maggiori sono gli effetti negativi attesi sulla salute.

Fonte: Leggo.it