venerdì 6 giugno 2025

Eminem accusa Meta di rubare la musica: causa da 109 milioni di dollari. Il colosso di Mark Zuckerberg davanti ai giudici



Il furto della musica non è mai stato così spudorato, almeno secondo Eight Mile Style, la casa discografica che custodisce il catalogo di Eminem, che ha trascinato Metal’impero digitale di Mark Zuckerberg, che controlla FacebookInstagram e WhatsApp – in tribunale con un’accusa chiarautilizzo non autorizzato di 243 brani del rapper di Detroit, riprodotti, archiviati e sfruttati senza licenza sulle piattaforme social più popolari del pianeta. La richiesta di risarcimento è da capogiro: 109 milioni di dollari, ovvero circa 150mila dollari a brano, per ogni piattaforma su cui la musica è stata utilizzata. Non si tratta solo di una questione di soldi: Eight Mile Style denuncia una prassi sistematica, unsaccheggio rampante e consapevoleche ha permesso a Meta di ingrassare i propri profitti, attirando miliardi di utenti con la colonna sonora di Eminem, senza pagare un centesimo ai titolari dei diritti.

Meta, dal canto suo, balbetta difese di circostanza: “Abbiamo accordi con migliaia di partner nel mondo e programmi di licensing globale”, ma la verità è che, secondo la denuncia, la società sapeva benissimo di non avere i diritti necessari ed ha continuato a distribuire la musica di Eminem anche dopo che Eight Mile Style aveva negato la licenza. Nel frattempo, milioni di video con le hit del rapper hanno invaso i social, accumulando miliardi di visualizzazioni e ingrassando il già smisurato business pubblicitario di Meta. La denuncia va oltre la mera violazione di copyrightMeta avrebbe creato strumenti comeReels Remix” e “Original Audioche incoraggiano gli utenti ad ottenere la musica dagli altri contenuti, moltiplicando all’infinito l’infrazione. Un sistema che trasforma la creatività in merce gratuita, sempre secondo l'accusa, a beneficio esclusivo dei giganti tecnologici e a discapito di chi la musica la scrive, la produce, la difende.

Meta, per ora, tace o si rifugia dietro comunicati di difesa. Ma il messaggio che arriva da questa causa è chiaro: la musica non è un buffet gratuito per le multinazionali della Silicon Valley. Ogni brano ha un valore, ogni diritto calpestato è un abuso. E quando a prendere è chi detta le regole del gioco digitale, la battaglia diventa una questione di principio, di giustizia e di futuro per tutta la musica. E ovviamente per chi la inventa e la produce.