La bambina, 11 anni, ha una patologia genetica rara. Il padre: «Mi sento in colpa. Ho fatto tutto quello che potevo». Appello all'artista: «Aiutami»
Azzurra è una bambina speciale. Ha 11 anni. Lotta da sempre con la malattia genetica rara da cui è affetta, con tutte le difficoltà che la sua condizione comporta. Eppure Azzurra ha una grande passione: ama alla follia le canzoni di uno degli idoli indiscussi dei giovani ( ma anche dei loro genitori ). E ha espresso il desiderio di andare a uno dei suoi concerti. Per poter ascoltare finalmente dal vivo Achille Lauro.
Il 10 giugno del prossimo anno allo stadio Olimpico
Così il papà di Azzurra, Giovanni, si cimenta con largo anticipo, dato che il concerto è previsto per il 10 giugno del prossimo anno allo Stadio Olimpico, e per la prima volta nella procedura per l’acquisto di due biglietti per un disabile e per il suo accompagnatore. E contemporaneamente, per riuscire ad andare tutti insieme, ne acquista dai canali tradizionali altri tre. Per questi ultimi nessun problema, per i ticket di Azzurra invece incappa in una disavventura. «Sarebbe stato il suo primo concerto. Volevo solo esaudire il grande sogno di mia figlia», si rammarica Giovanni.
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Inviata tutta la documentazione
Eppure, pur avendo rispettato tutte le indicazioni e risposto a tutte le richieste telefoniche e via mail ricevute da parte di TicketOne, oltre ad aver inviato le certificazioni di invalidità e di 104 di Azzurra, dopo una settimana arriva la doccia fredda. «A biglietti liberi terminati ho ricevuto una risposta negativa. E non ho una possibilità alternativa — prosegue Giovanni —. Tornando indietro li acquisterei in modalità differente, così come fatto per gli altri». Ma al momento per Giovanni non c’è via d’uscita. «Ho fatto tutto quello che potevo e dovevo. Ma da padre mi sento profondamente in colpa per non essere riuscito a mantenere la promessa fatta a mia figlia — confessa Giovanni, che è disposto ad acquistare altri biglietti a prezzo pieno purché la sua Azzurra possa assistere al concerto dal vivo del suo cantante preferito —. Ogni volta che le viene in mente che non potrà andare al concerto di Achille Lauro cade in preda a terribili crisi di pianto».
ll papà si rivolge ad organizzatori, al booking e ad Achille stesso
Per questo Giovanni lancia un appello agli organizzatori, all’agenzia di booking ( a cui ha già scritto ) e all’artista stesso, che per altro ha più volte portato il suo affetto ai bambini malati ricoverati nei reparti di Pediatria del Policlinico Gemelli o di Chirurgia pediatrica del San Camillo, perché si possa superare questa empasse e si consenta ( anche pagando ) di realizzare il sogno di Azzurra. «Non posso spendere migliaia di euro ogni anno per le terapie psicologiche di mia figlia — conclude Giovanni — e poi darle una delusione del genere».
Fonte: Roma.corriere.it