giovedì 18 dicembre 2025

Gigi D’Agostino compie 58 anni. La malattia e il ritorno a Sanremo, come sta il DJ: «La paura non va mai via, c’è ogni secondo»

L’Amour Toujours è uno dei suoi brani più celebri e ancora oggi i suoi pezzi vengono ballati in tutte le discoteche d’Italia - e non solo. La musica di Gigi D’Agostino ha segnato intere generazioni e continua a farlo. Questo mercoledì, 17 dicembre, il Capitano della musica dance compie 58 anni.

Chi è il DJ


Luigi Celestino Di Agostino, così all’anagrafe l’artista, è nato a Torino il 17 dicembre 1967 da genitori di origini salernitane. Grazie alla passione di papà Nicola per la fisarmonica, si è avvicinato al mondo della musica quando era bambino. Ha mosso i suoi primi passi in questo ambito nell’86, facendo il disc Jockey nella discoteca Woodstock della sua città natale.

Sette anni più tardi, nel 1993, è entrato nel gruppo Voyager con Sergio Datta e Maurizio De Stefano. Nel 1996 è uscito il suo primo album dal titolo Gigi D’Agostino, e due anni più tardi Elisir è diventata una delle hit più ballate dell'estate.

Gigi D’Agostino ha avuto anche una carriera radiofonica: nel 2003 ha condotto su Radio Italia Network Il programmino di Gigi D’Agostino, collaborando con i produttori Luca Noise, Angelo Pandolfi, Fabio Maccario e Gerolamo Sacco. Con loro ha prodotto Silence e altri brani successivi. Nel 2009 è tornato su m2o con il programma Quello che mi piace, ma poi lo stesso anno ha scelto di lasciare la radio per dedicarsi solo agli eventi in discoteca.

La vita privata


Nonostante la famaGigi D’Agostino ha scelto l’estremo riserbo per la sua vita privata. Non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito, motivo per cui ancora oggi non si sa se sia sposato, fidanzato o se abbia dei figli.

La malattia


Il 17 dicembre 2021, proprio il giorno del suo compleannoGigi D’Agostino ha pubblicato sui social un post in cui parlava della malattia: «Purtroppo da alcuni mesi sto combattendo contro un grave male che mi ha colpito in modo aggressivo. È un dolore costante, non mi dà pace. La sofferenza mi consuma, mi ha reso molto debole. Ma continuo a lottare, spero di trovare un pochino di sollievo». Poi ha ringraziato i fan per gli auguri di compleanno: «Grazie per tutti i messaggi di auguri che mi state inviando, mi trasmettono tanta forza e mi scaldano il cuore».

Il silenzio


Dall’annuncio della malattia, per un anno Gigi D’Agostino non ha fatto avere sue notizie. Fino a quando il 15 gennaio 2022 non ha pubblicato su Instagram una foto in cui appare in piedi, mentre cerca di camminare con l’aiuto di un deambulatore. Sotto allo scatto ha scritto: «Spero che questo nuovo anno mi doni un po’ di pace e di forza. Un abbraccio di cose belle a tutti voi, grazie per i vostri pensieri».

Il ritorno a Sanremo


Gigi D’Agostino
 è tornato a esibirsi in pubblico nel 2024, anno in cui Amadeus ha scelto di invitarlo insieme ad altri artisti - Tedua, Bob Sinclair e Bresh - per animare la serata sulla nave da crociera ormeggiata di fronte alla costa di Sanremo. In un’intervista al Corriere della Sera, il DJ ha definito quell’esperienza come «una seconda vita»: «Non era calcolato. Ho avuto qualche problema, poi mi sono ripreso, ma non riuscivo più a uscire né a incontrare gente. Sono stato così tanto chiuso, fra il Covid e il mio problema, che dopo ho dovuto affrontare una cosa che non avevo considerato, cioè la parte mentale. Quindi c’è stato un buco di alcuni mesi e poi, essendoci questa bella proposta, ho deciso di accettare. Per me è una prima volta, io la tv non sono mai riuscito ad affrontarla». Un fatto, ha ammesso il DJ, dovuta alla sua timidezza estrema: «mi fa paura: per me è fantascienza andare in tv».

Come sta oggi


Oggi Gigi D’Agostino sta meglio. È tornato attivo sui social network ed ha ripreso a fare eventi nelle discoteche e in altre città italiane. A Verissimo, a maggio 2024, ha raccontato come è stato vivere la malattia: «Quando ti succedono queste cose, il dolore ti porta via tutto il resto. Ti si offusca la mente, la mattina aspetti solo che arrivi la sera per soffrire di meno. Non è vita». Ammettendo, poi, di avere ancora paura: «Quando vedi quel buio non sai neanche cosa ti potrà succedere domani. La paura non va mai via, anche se stai meglio non può scomparire: c’è ogni secondo».

Fonte: Leggo.it

venerdì 12 dicembre 2025

Crepet: “Non si cresce accontentandosi. Ridiamo ai giovani desiderio, curiosità e fame di vita perché a salvarci, oggi, è solo la passione e il coraggio di rischiare”

Perché ai ragazzi manca davvero il desiderio? Crepet rivela il punto cieco dell’educazione moderna che rischia di spegnere la loro fame di vita...


Se ci soffermassimo solo per un attimo ad osservare con la dovuta attenzione il mondo e la società che ci circondano, i nostri occhi rimarrebbero sbigottiti, privi di punti di riferimento, al cospetto della mancanza assoluta di ogni certezza. Viviamo, ormai, una realtà che vacilla, pervasa dall'effimero, in cui tutto è passeggero, nulla è tangibile e la concretezza finisce per rappresentare una mera utopia. Eppure siamo stati noi stessi gli artefici di cotanta incertezza, siamo stati proprio noi i fautori di un destino caratterizzato dalla bramosia per tutto ciò che è semplice, veloce, indolore e privo di sacrificio. A fare le spese delle suddette mancanze sono, senza ombra di dubbio, le moderne generazioni, tutte protese verso l'emulazione e la spersonalizzazione.

Su tali aspetti si sofferma con grande determinazione il noto sociologo e psichiatra Paolo Crepet, il quale sottolinea una situazione inquietante e di forte allarme sociale ed è per tale motivo che occorre reagire con piglio e coraggio, "mordendo il cielo".

“Il problema, oggi più che in altri tempi, è come orientarci in un mondo che ha perso i punti di riferimento, in cui le anche certezze sono crollate o non funzionano più. Dico chiaro e forte da uomo che non sa di politica e di esteri, ma che si interessa di quello che accade nel mondo che non possiamo aspettare che qualcuno ci tolga le castagne dal fuoco, per usare un adagio dei nostri nonni”, queste le significative parole attraverso le quali Paolo Crepet offre ottimi spunti di riflessione.

Infatti, secondo lo psichiatra, "dobbiamo tutelare la libertà di parola e di progetto, dobbiamo recuperare un metodo, un modo di agire e di educare, altrimenti la nostra civiltà è destinata a perire".

L’uomo, pertanto, deve fare tesoro delle esperienze di vita, proiettandosi verso nuove prospettive e ricercando soluzioni inedite. È di fondamentale rilevanza restituire ai giovani l'importanza dei libri e della lettura, rendendoli consapevoli che nella vita nulla è gratuito, e che della gratuità, anzi, bisogna diffidare.

Come sostiene Paolo Crepet, "dobbiamo avere il coraggio di togliere i nostri ragazzi dalla comfort zone in cui li abbiamo relegati per paura, per protezione".

Insomma, è necessario che gli adolescenti abbandonino i luoghi sicuri dell'infanzia ovattata e protetta per sperimentare la vita, per confrontarsi con gli altri giovani, formando la propria personalità, rischiando e mettendosi in gioco. Gli adolescenti devono essere istruiti al sacrificio ed al bene comune, alla civiltà ed al rispetto delle regole, ma non quale rigido sintagma, bensì quale strumento per raggiungere i propri obiettivi, in una società migliore.

Crepet aggiunge, inoltre, che "abbiamo ammazzato il desiderio nei nostri ragazzi, li abbiamo anestetizzati, abbiamo tolto loro la possibilità di scegliere, mettendo tutto e subito a disposizione. Dobbiamo concedere ai ragazzi la voglia e la fame di mordere il cielo. Siamo nell'età della facilità apparente. La tecnologia ci ha aiutato a questo, e le generazioni che non mordono più il cielo sono immerse in questo mondo".

Oggi, infatti, la realtà è comandata e pervasa dall'intelligenza artificiale, a cui affidiamo e deleghiamo ogni compito, persino quello di pensare. Ma ciò che sembra facilitare la nostra esistenza, in realtà, finisce per atrofizzare la nostra mente. Dobbiamo, dunque, renderci protagonisti delle nostre azioni e fautori dei nostri pensieri.

"A salvarci può essere solo la qualità dell'essere. La qualità della formazione, della dedizione che mettiamo nelle cose che facciamo, della curiosità che ci spinge verso luoghi sconosciuti, ci impone di rischiareSolo così possiamo uscire dalla nostra comfort zone e mordere veramente il cielo, reagire alla mancanza ed assenza di desideri, uscire dalla bolla di solitudine e isolamento a cui ci condannano i mezzi di comunicazione e a cui noi stessi, volontariamente, ci siamo condannati", in tal modo Paolo Crepet conclude la sua ragguardevole disamina.

Restituiamo, pertanto, ai giovani desiderio e fame di vita perché a salvarci può essere solo la nostra passione ed il coraggio di rischiare, proiettandoci verso il cambiamento.

mercoledì 10 dicembre 2025

Emma, il consiglio a Stefano De Martino per Sanremo. E commenta la “fuga” dei Big

Emma Marrone ha dato un consiglio all'ex fidanzato Stefano De Martino: "Gli consiglierei di farlo con la direzione artistica di Giorgia e Mannoia"


Mancano ancora più di due mesi a Sanremo 2026, edizione condotta da Carlo Conti (che è anche direttore artistico), ma c’è già un “leggerissimo” fermento per il 2027. Potrebbe essere ancora l’anno di Conti (che però non sarebbe del tutto convinto), del ritorno di Amadeus sul palco o – forse – il momento di Stefano De Martino. Proprio a lui Emma Marrone, nel corso di un’intervista, ha dato un consiglio: accettare la conduzione sotto la direzione artistica di due grandi artiste della musica.

Emma Marrone, il consiglio a Stefano De Martino su Sanremo
Emma Marrone sta vivendo un periodo d’oro, tra la nuova canzone Brutta Storia, il nuovo album, gli eventi previsti per il 2026, tra cui concerti a Milano e Roma. Il nuovo album di inediti esce nel 2026, il primo disco dopo tre anni. Al momento sogna una collaborazione con Blanco, tra gli artisti che stima e che le piace di più. Quella della Marrone è una carriera alle stelle: oggi è in forma, si sente una ragazzina. Ma nel suo immediato futuro non c’è Sanremo, nemmeno come co-conduttrice: “No, troppo faticoso”, ha confidato a Il Messaggero.

In merito all’edizione del 2026, ha commentato quella che è stata definita dalla stampa come la “grande fuga dei big“. Per Emma, è tutta una questione di cicli. “E comunque non sarei pessimista sul cast. Ci sono artisti che magari non sono ancora noti, come Nayt e Sayf, ma che hanno un seguito enorme”. Per l’edizione del 2027, tra i nomi di punta per la conduzione potrebbe esserci quello di Stefano De Martino, l’ex fidanzato di Emma. A cui ha dato un consiglio: “Gli consiglierei di farlo con la direzione artistica di Giorgia e Mannoia. Non sottovaluterei le candidature di due artiste che sanno di cosa si parla quando si parla di musica”.

Fiorella Mannoia si è candidata come direttrice artistica di Sanremo
Il futuro per Sanremo 2027 è ancora tutto da scrivere, e sempre a Il Messaggero Fiorella Mannoia non aveva escluso del tutto la decisione di prendere le redini della direzione artistica della kermesse un domani. “Mi piacerebbe farlo come direttrice artistica. E ringrazio Carlo per aver pensato a me: è un attestato di stima. Sarebbe una bellissima responsabilità”. Al momento non è ancora arrivato un invito per l’edizione del 2026, ma parteciperebbe volentieri, anche per portare un’anticipazione del tour sull’Ariston.

Anche lei ha commentato l’assenza di numerosi Big a Sanremo: non solo questione di cicli, ma anche di avere il brano giusto, per scongiurare eventuali debacle, come finire in fondo alla classifica. “Forse i colleghi non avevano le canzoni adatte. Se la canzone non c’è, è meglio evitare: rischi di finire in coda alla classifica o, peggio ancora, di passare inosservato. Se quest’anno Carlo mi avesse invitata, anche io gli avrei detto di no, non avendo la canzone adatta”. Si sogna anche un Sanremo con Fiorello e Giorgia: i due si sono scherzosamente candidati durante una diretta de La Pennicanza. Mai dire mai: potrebbe accadere di tutto, come il ritorno (tanto desiderato dai fan) di Amadeus alla conduzione della kermesse.

Fonte: Dilei.it

Sanremo 2026: le novità che cambiano il Festival (e i Big che faranno parlare)


Il Festival della canzone italiana non è mai soltanto una manifestazione canora; è un rito collettivo che ogni anno riscrive la grammatica del pop italiano, mettendo in scena non solo canzoni ma anche stati d’animo generazionali. Per questo le novità del Festival di Sanremo 2026 non si leggono come un elenco tecnico: si percepiscono come cambio di atmosfera, una modifica dell’asse culturale su cui il Paese si specchia. Questa 76esima edizione arriva con un’intenzione chiara, quasi dichiarata: riportare la canzone al centro grazie ad un cast ampio e trasversale tra memoria e nuove urgenze creative.

Il calendario spostato
La prima novità concreta riguarda le date che slittano verso la fine di febbraio, occupando la settimana dal 24 al 28 per non sovrapporsi alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026; il regolamento è confermato (26 big, 4 cover): la gara più lunga degli ultimi anni.


I big in gara sono trenta
Non solo una questione numerica, una scelta di racconto. Un cast così ampio costruisce una mappa musicale più stratificata, dove i ritorni iconici non fanno da semplice cornice e i debutti non sono semplici curiosità. La sensazione, – già guardando i nomiè quella di un Festival che vuole ricucire pubblici diversi: pop classico, cantautorato, rap, elettronica, rock e incroci inattesi convivono in una stessa trama.

01. Tommaso Paradiso
02. Chiello
03. Serena Brancale
04. Fulminacci
05. Ditonellapiaga
06. Fedez & Masini
07. Leo Gassmann
08. Sayf
09. Arisa
10. Tredici Pietro
11. Sal Da Vinci
12. Samurai Jay
13. Malika Ayane
14. Luchè
15. Raf
16. Bambole di Pezza
17. Ermal Meta
18. Nayt
19. Elettra Lamborghini
20. Michele Bravi
21. J-Ax
22. Enrico Nigiotti
23. Maria Antonietta & Colombre
24. Francesco Renga
25. Mara Sattei
26. LDA & Aka 7even
27. Dargen D’Amico
28. Levante
29. Eddie Brock
30. Patty Pravo


Carlo Conti al timone: conduttore e direttore artistico
La sua cifra è nota: ritmo televisivo pulito, attenzione alla sostanza musicale, equilibrio tra spettacolo e garanzia di “tenuta” popolare. Un Festival che sceglie la misura come stile, e scommette sulla forza delle canzoni e delle performance live.

Elenco cantanti in gara: ritorni e debutti
Tra le novità della 76esima’edizione
 
Il cast è la parte più esplosiva perché racconta il desiderio di un confronto generazionale vero. Ritorni importanti e scenografici, ma non nostalgici: Patty Pravo, Raf, Malika Ayane, Arisa, Ermal Meta, Francesco Renga riportano un denso repertorio, artisti capaci di rimettersi in gioco. La loro partecipazione crea quel ponte tra memoria e attualità che dà al Festival il suo peso emotivo più autentico. Accanto a loro, però, c’è un fronte di prime volte e presenze fresche che ridefinisce la mappa del pop contemporaneo. Tommaso Paradiso entra in gara da solista, e questo da solo genera attesa perché sancisce un passaggio di identità artistica; Nayt, Sayf, Samurai Jay, Chiello portano linguaggi più urbani e generazionali, con naturalezza. Non sonoquote young”: sono parte di una scena che oggi è centrale nei gusti del pubblico.

Incontri inattesi: Sanremo diventa laboratorio
Ingrediente che rende questa edizione particolarmente elettrica è il gioco degli incroci. Sanremo 2026 non punta solo sui nomi, ma sulle tensioni narrative che certi artisti creano quando si incontrano. La presenza di Fedez insieme a Marco Masini, per esempio, è un cortocircuito culturale perfetto: due mondi distanti che scelgono di stare nello stesso brano, e quindi nella stessa storia; un gesto che produce racconto prima ancora della classifica. Ci sono poi artisti che hanno una forte identità scenica e che, proprio per questo, sono destinati a far parlare di sé: Elettra Lamborghini, Levante, Dargen D’Amico, Luchè, Mara Sattei, Michele Bravi, J-Ax, Enrico Nigiotti, Ditonellapiaga e altri nomi capaci di portare sul palco non solo una canzone ma un universo riconoscibile diventando punti di magnetismo naturale.

Un Dopofestival più pop e ironico
Altra novità riguarda il Dopofestival, affidato a Nicola Savino; un ritorno ad un formato più leggero, ironico, dasalotto notturno”, è la seconda vita del Festival, quella in cui il pubblico metabolizza, discute, crea meme e trasforma le esibizioni in narrazione collettiva. Affidarlo ad una conduzione sciolta e pop è scelta di tono precisa.

L’idea di fondo: meno contorno, più sostanza
Tirando le fila, questa edizione sembra costruita su un principio semplice ma ambizioso: far convivere il Festival della tradizione con il Festival del presente. Le date nuove spostano l’energia della kermesse, il numero dei big allarga il panorama, la direzione artistica torna a puntare sulla canzone come nucleo vero. Se i brani saranno all’altezza di questa edizione — e i titoli arriveranno a dicembre — allora le Novità del Festival saranno qualcosa di più di un restyling: potrebbero essere il segnale di un Sanremo che, pur restando se stesso, ha ancora voglia di sorprendere davvero.

sabato 6 dicembre 2025

L’addio a Mozart, l’omaggio di Linus: “Un carisma enorme, fa parte del mio pantheon”


«Gli anni di Mozart e di tutti i personaggi della Baia, la seconda metà degli anni Settanta, sono stati l’inizio di tutto». Il ricordo di Linus, direttore di Radio Deejay, riporta subito alle notti di Gabicce e della Riviera, mentre annuncia «un risveglio un po’ così», segnato dalla notizia della morte di Claudio Rispoli, dj Mozart, scomparso a 67 anni.

«È un peccato che il grosso della gente non sappia, non ricordi i loro nomi: sono stati i padri di tutti noi», sottolinea, indicando Mozart come uno dei fondatori della cultura del dj da discoteca in Italia. Non solo dj ma anche musicista e produttore di grandi successi con Double Dee, Jestofunk, ecc. «Lui è stato il capostipite del dj da discoteca, io mi sento più un dj radiofonico: sono due cose molto diverse. Erano una generazione curiosa che faceva questo lavoro con la stessa intenzione dei musicisti».

Nato ad Ancona nel 1958, formato al pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro, Rispoli aveva trasformato la solida base classica in un linguaggio nuovo, tra funk, soul e black music, dalla Baia degli Angeli ai club di mezza Europa. «Io Claudio l’ho conosciuto bene - ricorda Linus -. Ho passato un sacco di serate con lui: il piacere era stare in macchina a chiacchierare fino a notte fonda».

Dietro la figura schiva, aggiunge, c’era «un carisma enorme: se non lo conoscevi sembrava assolutamente normale, poi capivi che aveva qualcosa di più. Per me fa parte del mio Pantheon, sotto ogni punto di vista» conclude.

venerdì 5 dicembre 2025

Il mondo della musica piange "DJ Mozart", co-fondatore dei "Jestofunk" e figura storica di Paradiso e New Jimmy

In Riviera si era a lungo misurato in club come il Paradiso di Rimini e il New Jimmy di Riccione, diventando un idolo per molte generazioni


Il mondo della musica piange Claudio Rispoli, meglio conosciuto al grande pubblico come “DJ Mozart”. L’artista, tra i più noti in Italia nel suo settore, era nato ad Ancona nel 1958 e si è sempre contraddistinto grazie al suo stile unico e inconfondibile che lo ha portato a collaborare con centinaia di discoteche, club e locali noti a tutti quanti, come il “Jackie O’” di Roma e la “Baia degli Angeli”, nonché lungo la riviera romagnola. In particolare in Riviera si era a lungo misurato in club come il Paradiso di Rimini e il New Jimmy di Riccione, diventando un idolo per molte generazioni.

DJ Mozart è noto però in tutto il mondo per aver formato il gruppo deiJestofunkconsacratisi alla storia della musica con la loro immortale e senza tempoCan we live”.

Su Facebook la sua figura pianta e ricordata da centinaia di colleghi deejay e da altrettante pagine del settore.