giovedì 4 settembre 2025

Arriva la telecamera che capisce se usi il telefono alla guida: dove è installata e come funziona

Il Comune di Agliana è uno dei primi in Italia a installare un dispositivo di ultima generazione che attraverso fotocamere e Intelligenza artificiale può individuare il conducente che utilizza lo smartphone o i veicoli in cui non sono adeguatamente indossate le cinture di sicurezza.


Sei alla guida della tua automobile, ti fermano a un posto di blocco perché qualche metro prima stavi guardando il tuo smartphone, sai che è vero ma resti senza parole perché in quel momento non c'era nessuno a vederti. In realtà, non è così: ad accorgersi dell'infrazione è stata una telecamera in grado di leggere le immagini attraverso l'Intelligenza artificiale e riconoscere chi commette un'infrazione mentre è alla guida.

Può sembrare uno scenario futuristico, ma in realtà qualcosa di molto simile è già diventato realtà in diversi comuni italiani. Il più recente ad avere adottato questa tecnologia è quello di Agliana, in provincia di Pistoia: il dispositivo utilizzato si chiama Seat Belt and Phone Detection e permette alla polizia di individuare a distanza chi commette alcune delle più frequenti infrazioni del Codice della strada.

Come funziona
La municipale del Comune di Pistoia ha spiegato che il dispositivo di rilevazione è stato installato al momento in via Berlinguer, ma essendo un dispositivo mobile potrà essere spostato ed usato anche altrove all'interno del comune. Attraverso una coppia di telecamere dotate di flash a infrarossi, il dispositivo scatta una foto all'automobile e poi attraverso un elaborato hardware che si serve dell'Ia riconosce le infrazioni e seleziona le immagini che le documentano.

Una volta individuata l'infrazione, il sistema invia la segnalazione a una pattuglia della municipale che si trova nei pressi del punto in cui viene installato il dispositivo e sarà quest'ultima a fermare il conducente individuato per sanzionarlo. Intervistata dal quotidiano La Nazione, la comandante della polizia municipale di Agliana, Maria Pignatiello, ha spiegato infatti che "la sanzione non viene rilevata in automatico", in quanto il dispositivo funziona come un "documentatore che trasmette in pochi secondi la violazione sul tablet della pattuglia", rassicurando gli automobilisti che se la pattuglia non c'è, non può essere emessa nessuna sanzione.

Quali infrazioni può segnalare
Se il rilevatore è acceso e a valle rispetto a dove si trova una pattuglia, la telecamera riconosce e segnala, praticamente in tempo reale, i veicoli in cui il conducente o il passeggero seduto davanti non indossano la cintura, ma anche quelli in cui il conducente ha in mano uno smartphone, sia che lo stia utilizzando attivamente, ad esempio in una chiamata o per scrivere un messaggio, sia che lo stia solo controllando. In tutti questi casi la telecamera invia la segnalazione alla pattuglia presente che potrà sanzionare il conducente.

Sia la polizia che il vicesindaco di Agliana, Fabrizio Baroncelli, hanno ribadito che l'obiettivo del dispositivo non è "fare cassa", ma garantire un maggior rispetto del Codice della strada "a scopo educativo e preventivo". Tuttavia, tra i cittadini c'è chi avanza già qualche dubbio: sulla sua pagina ufficiale Silvio Buono, referente di Agliana Civica, ha scritto che pur essendo favorevole a sanzionare chi non rispetta il Codice della strada, ha alcune perplessità "a partire dalla mancata segnaletica di preavviso, alla regolarità dello strumento stesso a livelli di legge e il punto di istallazione dell'apparecchio".

Rispetto al primo punto, la stessa comandante della polizia municipale ha spiegato sempre al quotidiano toscano che "essendo un dispositivo nuovo al momento non è previsto obbligo di segnaletica, però provvederemo a mettere un cartello per segnalare che la zona è soggetta a controlli delle violazioni al Codice della Strada".

Fonte: Fanpage.it

sabato 30 agosto 2025

Anna Mazzamauro: «Strozzerei la signorina Silvani. Con Villaggio non eravamo amici, frequentava solo gente ricca. Ho fatto un provino per Al Pacino, vedremo»

Intervista all'attrice Anna Mazzamauro: «Con Milena Vuukotic non siamo amiche, anche perché in scena eravamo davvero rivali: ci siamo parlate per la prima volta poco tempo fa. Villaggio in tv disse di me che mi aveva scelta come si sceglie un cesso, e gli replicai a muso duro: poi, a telecamere spente, mi disse che ero bellissima. Il primo amore? Non lo ricordo, ma ricordo il primo spettacolo in palcoscenico»


Anna Mazzamauro, ancora oggi la gente la chiama «Signorina Silvani» per strada? 
«Per strada, al mercato, alle Poste. Se potessi, la strozzerei quella signorina Silvani».

Però è stato il personaggio che le ha regalato la fama.
«, ma è diventato anche una gabbia. Da allora quale regista avrebbe più potuto affidarmi il ruolo, poniamo, di Medea? Ma se lo immagina, io che insulto Giasone? La gente pensa immediatamente alla Silvani che dicemerdaccia”».

Una gabbia meravigliosa, però. Uno dei personaggi più amati della saga di Fantozzi, saga che compie mezzo secolo (il primo film è del 1975).
«E pensare che il primo provino lo feci per il ruolo della Pina. Non sapevo che stavano cercando unacessa”, così mi vestii di rosso, abito attillato. Allora fu proprio Paolo che suggerì al regista, Luciano Salce: “Questa qui è piena di difetti, ma li porta sui tacchi”. E mi presero come oggetto del desiderio fantozziano. Una che sa essere santa e dimonia al tempo stesso, una donna tragica e per questo comica».

Paolo, ovviamente, è Villaggio.
«Non eravamo amici se è quello che vuole chiedermi. E forse proprio per questo ci siamo stimati a vicenda. Sia lui che io abbiamo conservato il disincanto degli attori: mica dobbiamo essere per forza simpatici».

Dopo sei film insieme...
«E oggi ho il rimpianto di non avergli detto tante cose, belle e brutte. Ma d’altra parte fu lui stesso a mettere un paletto. Un giorno venne nella mia roulotte per ripassare la parte e io azzardai: “Paolo, ma perché io e te non ci vediamo mai al di fuori del set?”. E lui rispose: “Perché io frequento solo gente ricca e famosa”. Certo, penso che sia stata una delle sue tante provocazioni, ma mica poi tanto».

Era cinico?
«Abbastanza. Però fu lui a farmi il più bel complimento mai ricevuto».

Quale?
«Andammo in tv insieme. Davanti alle telecamere fu durissimo. Quando la conduttrice, Barbara D’Urso, gli chiese come mi aveva scelta, lui rispose: “Come si sceglie un cesso”. Io allora ribattei, altrettanto cattiva: “Ma con quel cesso hai guadagnato molto”. Poi, però, quando uscimmo dallo studio televisivo si avvicinò, mi guardò con tenerezza e mi disse: “Anna, sei bellissima”».


Voleva dire tante cose.
«Quelbellissimanon era per l’aspetto fisico, ma era per la bravura, per la mia capacità di stare nel personaggio, per il mio amore viscerale per il teatro, per il mio saper ridere delle cose, anche di quelle terribili. Lui aveva capito che io sul palcoscenico o sul set divento un’altra: mi sento sensuale, libera, sfrenata».

Lei compirà 87 anni il primo dicembre prossimo. È ancora innamorata del teatro?
«Intanto sto ancora portando in giro per l’Italia uno spettacolo dedicato a Fantozzi dal titolo Com’è ancora umano lei. Ma soprattutto a fine novembre debutto al teatro di Tor Bella Monaca con Brava, bravissima, anche meno. Produttore Nicola Canonico, orchestra Sasà Calabrese, musiche originali di Emanuele Belloni e sul palco anche Sonia Tabacco. Tra i monologhi ce n’è uno in cui faccio a pezzi la Silvani».

Questo personaggio è davvero una persecuzione.
«, è la mia gioia e la mia noia, perché nessun regista in seguito ha avuto il coraggio di osare e di scardinare questa gabbia. Solo Francesca Archibugi lo ha fatto, e la ringrazio, anche se poi ho rifiutato».

Che cosa le ha proposto?
«Una piccola parte: dovevo interpretare una monaca anziana e gobba, ma ho detto di no».

Perché?
«Perché avevo solo tre battute. Vede, noi attori siamo davvero come ci si immagina: duri, vanitosi, cattivi qualche volta. E recitiamo, recitiamo sempre. Io sono certa che gran parte del cinismo di Villaggio fosse dovuto alla sua inesauribile tendenza alla recitazione. Però posso raccontarle una cosa bella?».

Certo.
«Al Pacino ha scelto una mia foto per uno dei suoi film in lavorazione e le dirò di più: ho fatto anche il secondo provino. Vi dico solo che faccio la parte di una mamma calabrese in cucina. Vediamo come andrà a finire, di più non posso dire».

Be’, mica male.
«Gli attori sono pieni di paure: prima di andare in scena, se attendono la telefonata di un regista, se devono essere pagati. Io che sono abituata ad assegni fasulli oggi voglio ringraziare Nicola Canonico perché è uno per bene».


Non è andata alla festa per i cinquant’anni dei film di Fantozzi, a Roma.
«No, ma penso che la mia assenza si sia sentita».

C’era Mariangela, cioè Plinio Fernando.
«Plinio, che caro. All’inizio mi chiamava tutti i giorni, poi ci siamo persi di vista. Qualche volta rimaneva con gli abiti da bambina tra una ripresa e l’altra solo per farsi coccolare».

E il ragionier Filini?
«È stato uno dei miei amici più cari. Gigi Reder, che io chiamavo Gigi Rider, era la disperazione dei truccatori: prima di girare una scena io e lui ridevamo come matti e il trucco si scioglieva sempre».

La signorina Silvani finisce per sposare il geometra Calboni.
«Il compianto Giuseppe Anatrelli. Paradossalmente era più serio di Gigi, ma quando mi abbracciava mi scappava da ridere».

La signora Fantozzi.
«Senza nulla togliere a Milena ( Vukotic, ndr ), per me la vera signora Fantozzi è stata la prima, Liù Bosisio. Lei, opportunamente truccata, non era solo brutta ma era anche triste, deprimente. Che diamine, Milena era carina, dolce, gentile. Qualche volta in scena mi chiedevo: “Ma perché questo poveraccio dovrebbe innamorarsi di me quando ha lei in casa”?»

Con Vukotic siete amiche?
«No, anche perché in scena eravamo rivali. E non scherzo quando dico che noi attori veri crediamo ai personaggi che interpretiamo».

Però avete trascorso tanto tempo assieme.
«Con Milena ci siamo parlate per la prima volta poco tempo fa, quando siamo andate insieme in una trasmissione. Prima non ci eravamo rivolte mai la parola. E non perché ci fossero attriti, anzi. È che il cinema ti illude. Ti fa credere che quella sia la vita vera e così trascorri anni e anni sul set con qualcuno senza mai conoscerlo davvero. Che tristezza. Che bellezza».

Lei sarà ospite, il 4 settembre, del Carpi Film Fest. Parlerà anche qui di Fantozzi?
«È il mio dolceamaro destino. Non nego che mi abbia consacrato come uno dei personaggi del cinema italiano, però non tutti sanno che c’è stata una Mazzamauro prima della Silvani».

Racconti.
«Be’, ho fatto Cyrano de Bergerac, nel senso che ho interpretato il protagonista: basta vedermi di profilo, guardi che naso».

Ma ha fatto anche la tv.
«Con Lino Banfi ho fatto tredici puntate di Finalmente domenica, negli Anni Settanta. Eravamo una coppia che, parole della regista, dovevaaver letto qualche libro ma poi se lo doveva dimenticare”. Bene, ma oggi quando parla della sua carriera Lino parla sempre e solo della Fenech. Capisco che la Fenech sia bella, ma ci sono stata anche io».

Un grande amore?
«Il teatro. Per la mia bara dovranno usare le tavole di legno del palcoscenico».

Però un amore ci deve essere stato.
«Anche perché ho una figlia, Guendalina, la mia vita. Ho avuto un uomo, certo, che mi è rimasto accanto per venticinque anni e poi non ce l’ha fatta più».

Cioè?
«È morto».

E il primo amore?
«Ricordo il primo spettacolo in palcoscenico, ma non il primo amore».

Non ci credo.
«Aspetti, ora ricordo: era uno di quegli uominidrammatici”. Un bel giorno allontanandosi col suo motorino, mi urlò: “Anna, ti amo ma non ti posso amare”».

E lei?
«Misi le mani sui fianchi e gli urlai di rimando: “Ma vedi d’annattene affanculo!”».

giovedì 28 agosto 2025

Christian, il postino di Zocca che porta le lettere anche a Vasco: «Nonostante i social, in tanti gli scrivono ancora»

Rubini, soprattutto in estate, incontra i fan che raggiungono l’Appennino per visitare i luoghi del rocker e scattare una foto con lui davanti alla sua casa o al bar Bibap: «Racconto loro che il Blasco è uno di noi, figli del paese»

Christian Rubini davanti alla casa di Vasco

ZOCCA. A Zocca Vasco Rossi è più che una rockstar: è un figlio del paese, uno di loro. E il postino in un piccolo borgo è sempre una figura chiave per cogliere l’anima del luogo e conoscere da vicino abitudini e personaggi di una comunità. Tra raccomandate, pacchi e sentieri nascosti, il mestiere del postino qui non è solo lavoro: è anche ascolto, relazione, sguardo attento su una comunità che cambia, in silenzio ma con costanza. Christian Rubini, il giovane postino di Zocca. Oggi vive a Bologna, ma il suo cuore resta legato a Zocca, il paese dove è nato e dove conosce tutti, ma soprattutto dove lavora. Qui le relazioni sono genuine, come quelle di un tempo. Tra i volti familiari anche quello di Vasco, che a Zocca è di casa e con cui Christian condivide storie e aneddoti, insieme agli amici di sempre, come Otello ( o il barista del Bipap ). «Sono portalettere dal 2008, assegnato al Centro di distribuzione di Vignola – spiega Christian –. Tra le zone di competenza del Centro c’è anche Zocca, dove io sono assegnato e dove sono natoquindi per me lavorare qui ogni giorno a contatto con le persone che conosco da sempre e che mi hanno visto crescere è fonte di grande soddisfazioneDurante la miagitaquotidiana nello svolgere il mio lavoro sono sempre a contatto con i miei compaesani. Spesso la consegna di una raccomandata o pacco è l’occasione per condividere storie di vita e aneddoti del paeseDevo dire però che negli ultimi anni noto che ci sono tante facce nuove, si tratta di persone che dalle grandi città scelgono di trasferirsi qui, anche in posti isolati tra i nostri boschi, proprio per vivere più a contatto con la natura e in tranquillità. Mi capita perciò di allargare il solito giro e di inerpicarmi tante volte lungo sentieri che non avevo mai percorso, nonostante io sia del posto. Lavorano online e ordinano tanto su internet... noi portiamo spesso pacchi in quelle case isolate. È curioso, scelgono la tranquillità ma si affidano comunque alla rete per avere tutto ciò che serve. Soprattutto d’estate la nostra zona si popola anche di turisti e perciò il lavoro aumenta, ci sono più persone, più corrispondenza, più consegne»

Ti è mai capitato di consegnare a Vasco Rossi o di incrociarlo?
«capita. Anche se con i social le cose sono un po’ cambiate, ci sono ancora tanti fan che scrivono a Vasco e che soprattutto continuano sempre ad arrivare a Zocca per conoscere i suoi luoghi, conoscere le persone di cui parla nelle canzoni o nei suoi racconti di Zocca o riuscire ad incrociarlo».

In quale periodo dell’anno gli scrivono di più?
«Un po’ sempre, ma soprattutto a Natale e per il suo compleanno, il 7 febbraio, ci sono sempre pacchi e biglietti ( lo scorso febbraio Poste Italiane ha emesso un francobollo con un folder celebrativo su Vasco Rossindr )

Prima di internet ricevevate tanta corrispondenza per lui?
«Un mare di lettere e cartoline. Le indirizzavano semplicemente aVasco RossiZocca”, e arrivavano. Alcune erano dichiarazioni d’amore, altre di gratitudine, tante confidavano storie personali. Una volta una ragazza scrisse che grazie a una sua canzone aveva trovato il coraggio di lasciare una relazione tossica».

I fan di Vasco, quando ti incontrano, ti usano un po’ come guida per informazioni varie per raggiungere dove abita o per avere anche da te una testimonianza in prima persona di un compaesano così illustre, un vero e proprio mito che unisce piu generazioni?
«In verità oggi tanti fan arrivano già informati, grazie ai social. Non chiedono più come una volta dove sia casa sua o dove andare. Sanno già tutto. Però è vero, qualcuno c’è sempre che mi chiede se conosco le sue abitudini, i suoi luoghi come il ristorante Panoramic e dove andava con il suo amico chitarrista Massimo Riva. Racconto loro che Vasco è uno di noi, che quando è in paese, non è raro vederlo al bar Bipap con i suoi amici di sempre per una partita a carte, come ai vecchi tempiun momento semplice e autentico, lontano dai riflettori ma ricco di amicizia e tradizione. Oppure di quando si fa il suo giro mattutino in bici, lungo i sentieri dei nostri boschi».

Qual è la tua canzone preferita di Vasco Rossi?
«Non c’è dubbio, Albachiara! È una canzone che nasce dalla sua esperienza personale qui in paese, osservando alla fermata dell’autobus una ragazza che si chiamava Giovanna».

martedì 26 agosto 2025

Al Bano contro Amadeus e Carlo Conti: “Mi hanno fatto passare per coglione”

Lo sfogo del cantante di Cellino San Marco: “Non devo sostenere esami con loro, semmai loro con me. Pippo Baudo era un signore, oggi è tutto cambiato”.


Al Bano non le manda a dire e torna a parlare della sua esclusione dalle ultime edizioni del Festival di Sanremo. In un’intervista a La Stampa, il cantante pugliese attacca senza mezzi termini i direttori artistici Amadeus e Carlo Conti, accusandoli di mancanza di rispetto e di averlo messo in una posizione umiliante.

Le parole di Al Bano: "Ero abituato a Pippo Baudo"
Le parole dell'artista sono state molto dure: “Ero abituato ad un signore che aveva per nome Pippo Baudo. Amadeus e Conti mi hanno dimostrato che il mondo è cambiato. Quando ti invitano a presentare un brano possono dirti sì o no, ma non devono farti passare per coglione. Le parole devono avere un peso. Io non devo passare esami con loro: semmai loro con me, per l’età e l’esperienza che ho. Senza presunzione, ma è così”. Già nei mesi scorsi l’artista aveva manifestato la propria amarezza in tv, ribadendo chenon deve essere Amadeus o Conti a giudicarmi, ma il pubblico. È sempre stato dalla mia parte, non mi ha mai tradito”. Con 15 partecipazioni al Festival e un’ultima apparizione nel 2024 come ospite, Al Bano resta una delle figure più iconiche della musica italiana. Ma il rapporto con la nuova gestione di Sanremo sembra ormai incrinato. “Io ho sempre dato tuttoconcludema non accetto prese in giro”.

Gli attacchi ad Amadeus nel 2024, oggi quello a Conti
Gia tempo fa Al Bano aveva contestato Amadeus per l'esclusione dal Festival, spiegando che il direttore artistico lo aveva tenuto fuori dall'edizione del 2024 inspiegabilmente: "Escluso perché non ho l’età. Amadeus mi fece una promessa, ma non l’ha rispettata". Adesso l'opinione simile si estende anche all'attuale direttore artistico, che dovrà scegliere i cantanti per la prossima edizione del 2026. Evidente Al Bano attende anche una qualche forma di riconoscimenti da parte della manifestazione che non viene attestate a un decano come lui: “Il desiderio di tornare all’Ariston c’è sempre – ammette – ma non a queste condizioni. Voglio rispetto e chiarezza. Io mi sono sempre affidato a rapporti umani sinceri, non a giochi di potere”. Al tempo Al Bano si disse addirittura convinto che il direttore artistico non avesse nemmeno ascoltato la canzone.

Un altro precedente c'era stato nel 2022, quando si era diffusa la voce di un rifiuto da parte di Amadeus. In quell'occasione, tuttavia, il cantante di Cellino aveva negato questa indiscrezione affermando di non avere mai presentato una canzone in gara e di essere in attesa di una conferma come super ospite proprio dal direttore artistico. Come ospite, ci sarebbe poi andato nel 2024.

Fonte: Fanpage.it

“Gli metteva il c*lo in faccia!”, Eleonora Abbagnato e il riferimento velato a suo marito Balzaretti e Diletta Leotta

Eleonora Abbagnato svela la gelosia per Diletta Leotta: “Gli metteva il culo in faccia”. La rivelazione shock a Obbligo o Verità. Il marito Balzaretti lasciò DAZN poco dopo: coincidenza?


Eleonora Abbagnato, nel corso dell'ultima puntata di Obbligo o verità, il programma condotto da Alessia Marcuzzi su Rai2, ha svelato una brutta storia del passato che riguarderebbe anche Diletta Leotta. A domanda chiara della conduttrice su scenate di gelosia della étoile nei confronti di suo marito Federico Balzaretti, la risposta è stata senza mezzi termini: "Gli metteva il culo in faccia!".

Il riferimento di Eleonora Abbagnato, Alessia Marcuzzi fa il nome: "Ma è Diletta Leotta?"
Nel suo racconto, Eleonora Abbagnato omette il nome, ma è facile immaginarlo. Ecco che cosa ha detto: "Quando mio marito lavorava in tv con una bella ragazza ero molto gelosa. Gli facevo imitazioni, scenate. Gli metteva il culo in faccia. Io non ho le sue forme purtroppo". A quel punto, lei si rivolge a Maurizio Lastrico, presente al tavolo, "Tu hai capito, eh?", gli dice e aggiunge: "Siete tutti innamorati". A quel punto, Alessia Marcuzzi fa il nome di Diletta Leotta: "Ma scusate, ma è lei?". Il volto di Eleonora Abbagnato è tutto un programma, ma non conferma né smentisce: "Forse sì, forse no".

Balzaretti non lavora più a DAZN
La rivelazione di Eleonora Abbagnato ha subito fatto il giro dei social, riaccendendo i riflettori su un retroscena inaspettato. Sebbene l'étoile non abbia confermato esplicitamente, il suo imbarazzato "forse sì, forse no" e quel riferimento alle "forme" lasciano poco spazio all'immaginazione. Curiosamente, la carriera televisiva di Balzaretti a DAZN è stata piuttosto breve. L'ex calciatore della Roma ha lasciato l'emittente dopo appena due stagioni, proprio nel periodo in cui Diletta Leotta si stava affermando come volto principale della piattaforma. Una coincidenza temporale che, alla luce delle dichiarazioni della Abbagnato, assume contorni più definiti. Balzaretti ha poi proseguito il suo percorso professionale lontano dalle telecamere di DAZN, approdando prima a RMC Sport, poi a Prime Video come commentatore di Champions League, fino a dedicarsi completamente alla carriera dirigenziale con Udinese e Roma. Diletta Leotta, dal canto suo, ha preferito non commentare il siparietto e le dichiarazioni dell'Abbagnato nel programma di Alessia Marcuzzi.

Fonte: Fanpage.it

Professore accoltellato in strada a Bassano per una sigaretta negata

In corso le ricerche dell’aggressore, la vittima è un uomo di 62 anni. La lama gli è stata conficcata nella spina dorsale, fermandosi a pochi millimetri dall’aorta e dal midollo spinale


Un docente di liceo è stato accoltellato alla schiena per strada da un giovane a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, pare dopo aver rifiutato di offrirgli una sigaretta. L’uomo, 62 anni, è stato sottoposto per un delicato intervento chirurgico. La prognosi è riservata, ma, secondo i sanitari, le condizioni del paziente non sarebbero tali da esporlo al pericolo di vita.

La lama del coltello gli è stata conficcata nella spina dorsale, fermandosi a pochi millimetri dall’aorta e dal midollo spinale. Sono in corso le ricerche dell’aggressore, fuggito da viale XI febbraio, una delle strade più trafficate del centro cittadino, dove ha colpito l’uomo.

Alcuni passanti hanno dato l’allarme, facendo accorrere i soccorsi del 118. A fornire la versione sulla dinamica di quanto accaduto, sarebbe stato il ferito. Nelle indagini sono impegnati i carabinieri di Bassano e quelli del Nucleo operativo di Vicenza. È probabile che siano stati sentiti alcuni testimoni, mentre si passano al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.