venerdì 27 giugno 2025

Ogni anno 1000 morti per autoerotismo: rischi e cause spiegati dall’andrologo Macchione

Ogni anno 1000 morti per autoerotismo: rischi e cause spiegati dall’andrologo Macchione.
Spesso si leggono sui giornali casi di persone che muoiono per giochi erotici finiti male, sia giovani che anziane. Per conoscere meglio quanto siano diffusi questi incidenti, quali siano le cause dei decessi e i rischi, Fanpage.it ha contattato l’urologo e andrologo Nicola Macchione.


Periodicamente balzano agli onori della cronaca nazionale ed internazionale casi di persone che perdono la vita durante un gioco erotico. L'ultimo ( presunto ) incidente legato all'autoerotismo segnalato in Italia è quello occorso a una donna di 68 anni trovata morta in un appartamento di Ferrara a luglio del 2024, sebbene al momento non ci siano conferme. Il caso più famoso noto al grande pubblico è invece quello del celebre attore di Kill Bill David Carradine, trovato morto nella suite di un hotel di Bangkok a seguito di asfissia autoerotica, come emerso dalle indagini della polizia locale. Per capire quante persone ogni anno restano vittime dell'autoerotismo, quali siano i fattori di rischio e le cause principali di morte, Fanpage.it ha intervistato il dottor Nicola Macchione, medico specialista in urologia e andrologia presso gli Ospedali Santi Paolo e Carlo di Milano. Ecco cosa ha raccontato.

Dottor Macchione, quante persone ogni anno perdono la vita per l'autoerotismo?
Dagli studi emerge che sono tra le 500 e le 1.000 persone all'anno in tutto il mondo. Potrebbero sembrare pochi casi, ma in realtà è un numero abbastanza alto di decessi, visto il tipo di morte.

Muoiono più uomini o donne?
I dati dicono che di autoerotismo muoiono prevalentemente i maschi caucasici. Le età coinvolte sono comprese tra gli 11-12 anni e i 77 anni. Nella maggior parte dei casi i decessi si verificano in ambienti indoor ( locali chiusi, abitazioni ndr ). C'è uno studio molto interessante nel quale viene indicato che tra il 1954 e il 2004 sono stati segnalati 400 casi di morti per autoerotismo in letteratura scientifica, e si stima che tale dato sia solo la punta di un iceberg, in realtà. Infatti non tutte le morti per autoerotismo vengono poi riportate come tali.

Qual è la causa principale di decesso?
Nella maggior parte dei casi le cause principali di morte per autoerotismo sono asfissia e/o impiccagione. Riportati anche casi di “legature” estreme, che hanno poi condotto le persone coinvolte al decesso. Molto spesso capita che le persone si cimentino in pratiche autoerotiche estreme senza avere la consapevolezza, la conoscenza e la preparazione per farle. Molte di queste spesso sono solopratiche autoerotichein teoria anche praticabili con piacere, ma che se non eseguite adeguatamente e con la dovuta preparazione possono condurre all’exitus. Molte persone spesso mancano di conoscenza e consapevolezza, ma presi da curiosità ed una superficiale preparazione si lanciano in destrezze che in realtà non sanno poi gestire. Non vanno poi dimenticate le morti da autoerotismo che vedono coinvolte anche l’uso di sostanze chimiche illegali. Il consumo di queste ultime ( che spesso hanno nomi affascinanti e di cui si conosce a malapena il reale principio attivo e/o gli eccipienti ) può avere un effetto tutt’altro che piacevole e di relax durante l’autoerotismo e l’attività sessuale in generale.

Quindi i giochi estremi sono più influenti dei malori?
Sì, sono più gli effetti dei giochi estremi a causare la morte per autoerotismo. Tra questi la letteratura ricorda casi di folgorazione, uso di sacchetti asfissianti, corde e cappi e/o inserimento di corpi estranei nell'organismo. Sono stati riportati anche casi in cui donne sono state ritrovate morte per un'embolia gassosa fatale durante pratiche di autoerotismo.

Ci spieghi
È legata al fatto che durante le pratiche autoerotiche molto spesso importanti quantitativi di aria vengono assorbiti dal circolo venoso e questo può condurre a un'embolia gassosa. In pratica, durante l’autoerotismo penetrativo, può capitare che importanti quantitativi di aria venganoinsufflatiin vagina e questi possano in qualche modo essere in parte espulsi, ma in parte ancheassorbitidal circolo venoso, creando i presupposti per una embolia gassosa, che può essere fatale.

Quali sono le situazioni potenzialmente pericolose?
Molto spesso incidenti sono provocati da sex toys fatti in casa. La vergogna, il senso di pudore e la mancata educazione all'utilizzo di dispositivi del piacere portano ad utilizzare oggetti poco sicuri, o perfino “alternativi” o “homemade” ( fatti in casa ndr ), i quali, per ovvi motivi, non rispettano nessun criterio di sicurezza. Infatti, la probabilità di avere problemi aumenta, come ad esempio il fatto che durante l’utilizzo possano rimanere incastrati. Mi viene da pensare a tutti gli incidenti che si contano in un anno di oggetti ritenuti all'interno dell'ampolla rettale, che molto spesso prevedono interventi chirurgici seri per l'asportazione. In caso di ritardo possono portare anche alla morte del paziente. Ci sono casi in cui persone inseriscono grandi oggetti di vetro che possono rompersi e perforare l'intestino, con tutta una serie di complicanze.

L'autoerotismo è piacevole se fatto in modo consapevole, informato e previa educazione al rispetto per il proprio corpo, ma può essere anche tanto pericoloso se fatto nel modo sbagliato e se non si conoscono i rischi di determinate pratiche. Se fatte con improvvisazione, infatti, possono portare a problemi importanti, morte compresa. Il segreto rimane l'educazione al proprio corpo, alla sessualità, all'intimità e all'affettività. Se la promuoviamo, questi casi tenderanno a diminuire sempre di più nel tempo.

Per quanto concerne i malori, ci sono delle controindicazioni per l'autoerotismo, ad esempio patologie cardiovascolari?
L'autoerotismo non induce a malori. Poi è ovvio che se di base si prendono farmaci per altre condizioni patologiche, soprattutto cardiopolmonari, e a queste si aggiunge l’uso di sostanze stupefacenti, a quel punto che qualcosa possa andare storto ce lo si può anche aspettare.

Quindi non c'è una condizione fisica per cui il medico potrebbe dirti “guarda, forse è meglio che fai attenzione”
No, non esiste. Non ci sono controindicazioni assolute all’autoerotismo.

Fonte: Fanpage.it

L’ex braccio destro della Ferragni in proprio non fa faville. Meglio di Chiara che chiude una società facendo una sceneggiata

Solo 30 mila euro di fatturato per la nuova boutique di Fabio Damato. La sua ex datrice di lavoro ha chiuso Fenice Retail, che gestiva i negozi del suo brand, discutendo con se stessa in una grottesca assemblea che certifica un buco da 1,2 milioni di euro


Dopo il divorzio formalizzato un anno fa da Chiara Ferragni, il suo storico manager Fabio Salvatore Maria Damato aveva tentato di mettersi in proprio, fondando nel cuore del mese di agosto una sua società di consulenza nel mondo della moda, la Brave srl. Ora è arrivato anche il primo bilancio approvato, quello del 2024, che naturalmente è limitato all’ultimo quadrimestre dell’anno. E i risultati non sembrano eclatanti: 30.075 euro di fatturato e un utile netto di 13.216 euro. Cifre lontanissime dalle montagne di euro dell’epoca d’oro dei Ferragnez, ma altrettanto lontane dalla voragine che si è aperta in quel gruppo dopo l’esplosione del Pandoro-gate e le perdite milionarie che ne sono derivate.

Il brand Ferragni

Depositati i bilanci 2023 e 2024 dei negozi di Chiara Ferragni, in condizioni drammatiche
Qualche particolare in più sulle disavventure della ex datrice di lavoro di Damato arriva ora dal deposito in Camera di commercio dei documenti contabili sulla Fenice retail, la società pensata per gestire la rete fisica dei negozi che dovevano vendere al pubblico i prodotti marchiati Chiara Ferragni, quelli con il simbolo dell’occhio azzurro e le lunghe ciglia. Quasi in contemporanea con la chiusura dei negozi a Milano e a Roma per la prima volta Fenice Retail ha approvato e depositato in un solo colpo i suoi bilanci 2023 e 2024, da cui si è capito che la società era già da un anno in condizione di chiudere i battenti, essendo con patrimonio netto negativo. La rete dei negozi aveva incassato infatti 419.001 euro nel 2023, scesi poi l’anno successivo a 329.449 euro. Ma entrambi gli anni avevano chiuso in grande perdita: rosso di 530.531 euro nel 2023, e di 684.223 euro nel 2024.

Chiara Ferragni che discute con Chiara Ferragni

La grottesca assemblea di Fenice Retail dove la Ferragni parla con sé stessa
Nell’assemblea che ha approvato entrambi i bilanci è emerso così che Fenice Retail si trovava ormai con un patrimonio netto negativo di 1.204.756 euro. A questo punto il verbale d’assemblea è sembrato un po’ grottesco e recita così: «Il Presidente ( Chiara Ferragni, ndrchiede pertanto al socio unico ( Fenice Srl, al 99,80% in mano a Chiara Ferragni, ndr ) se intenda coprire le perdite e procedere alla ricostituzione del capitale socialeIl socio unico ( appunto Chiara Ferragni, ndr ) riferisce che non intende procedere alla ricostituzione del capitale sociale. Il presidente ( Chiara Ferragni ) chiede quindi all’assemblea ( cioè a se stessa, ndr ) di prendere atto dello scioglimento della società per la riduzione del capitale al di sotto del minimo di legge. L’assemblea, pertanto, all’unanimità prende atto dell’avvenuto scioglimento della Società» e nomina liquidatore Claudio Calabi, che ovviamente ora dovrà trovare il modo per azzerare le perdite e chiudere definitivamente la società dei negozi.

Concerto Ennio Morricone a Roma 2025: data, biglietti e programma

7 luglio 2025, la Casa del Jazz celebra Morricone con l'orchestra di Santa Cecilia e i suoi storici musicisti. Scopri aneddoti, colonne sonore e biglietti per l'evento irripetibile


Il 7 luglio, la Casa del Jazz di Roma si accende di musica e memoria con We all love Ennio Morricone, uno spettacolo-concerto che riporta in vita le melodie immortali del Maestro.
Ma cosa succede quando i suoi stessi musicisti tornano sul palco per raccontarlo, nota dopo nota?

Sotto la direzione del Maestro Ludovico Fulcipianista e collaboratore di Morriconesaliranno sul palco i musicisti storici del compositoredalla voce di Susanna Rigacci alla tromba di Nello Salzain un percorso intimo tra note e aneddoti, accompagnati dai video di My lifemy musicdove Morricone stesso racconta il suo mondo.

Una notte speciale in cui le colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema — da C’era una volta in America a Nuovo Cinema Paradiso — torneranno a vibrare tra gli alberi della Casa del Jazz.

Un teatro-concerto che racconta il Maestro da dentro
Non è solo un’esecuzione musicaleWe all love Ennio Morricone è una storia raccontata in musica e paroleattraverso le memorie del produttore Luigi Caiolache fu l’artefice della tournée mondiale del Maestro e ideatore del CD omonimo del 2007.

Sul palco, con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Santa Cecilia, anche l’attore Luigi Petrucci, che darà voce ai ricordi più intimi e sorprendenti.

“Sono stati anni intensi, carichi di passione, musica e viaggi in giro per il mondo”, racconta Caiola.

Tutto è nato da quel lungo percorso che ha condotto Morricone fino all’Oscar alla Carrierapassando per collaborazioni internazionali con SpringsteenHerbie HancockCéline DionRoger Waterse tanti altri nomi entrati nella leggenda.

Dove, quando e perché non perderselo
L’appuntamento è per domenica 7 luglio alle ore 21 al Parco della Casa del Jazz, nell’ambito del festival I Concerti nel Parco 2025 diretto da Teresa Azzaro.

Prima del concertoalle 18:30si terrà un incontro pubblico con Caiola e i musicistiche racconteranno episodi dietro le quinte e sveleranno curiosità tratte dal libro We all love Ennio Morricone.

È uno di quegli eventi irripetibili, dove la musica incontra il ricordo e la voce del Maestro riecheggia in chi l’ha conosciuto da vicino.

Un’eredità viva, fatta di suoni e persone
Il progetto proseguirà anche oltre Roma, con tappe a PonzaNovaraLugano e Latina, lì dove tutto è cominciato.
Ma l’emozione che scorrerà il 7 lugliotra i suoni familiari delle orchestrazioni originali e i racconti di chi quelle pagine le ha scritte davverosarà unica e irripetibile.

giovedì 26 giugno 2025

Alberto Angela invita Jovanotti a Noos ma i telespettatori non la prendono bene: "Basta!"

Alberto Angela intervista Jovanotti su Rai Uno a Noos, ma i telespettatori non la prendono bene: "Basta!"


È partita col botto la nuova stagione di Noos, L’Avventura della Conoscenza, in onda su Rai Uno il 23 giugno scorso. Alberto Angela, per il suo ritorno sul piccolo schermo, ha invitato a parlare Jovanotti, che ha raccontato quanto sia stato cruciale il ruolo della sanità italiana nella sua vitaMa i telespettatori non l’hanno presa affatto bene.

Devo la mia vita ai medici. A due anni mi sono ammalato e avrei fatto parte di quelle percentuali di mortalità infantili che sono ancora molto alte nel mondo”, ha esordito il cantautore di Cortona. In tenera età, come ha spiegatoha sofferto di un’enterite acuta grave, a causa della quale non assimilava il cibo. La sua temperatura corporea raggiunse i 40°C e l’intervento tempestivo dei medici del Bambin Gesù fu fondamentale: “Il medico mi mise in una vasca di acqua fredda. Restai in ospedale per due mesi e mi salvarono”.

Dopo una parentesi sul dottore che gli disse che sarebbe stato benissimo con le ginocchia che avevaha parlato pure della malattia della figlia Teresa, che è dovuta ricorrere a terapie importanti per guarire: “Mia figlia è stata male ma abbiamo sempre trovato assistenza. Ho sempre guardato anche come si comportavano con gli altri, avrei potuto pensare fosse una maggiore attenzione solo per la presenza del cantante famoso, ma poi spiavo anche nelle altre camere e mi rendevo conto che la cosa si estendeva a chiunque”.

Proseguendo la sua celebrazione della sanità italiana ha aggiunto: “Ogni volta che ho avuto a che fare con la sanità pubblica ho sempre avuto esperienze eccezionali. È la mia esperienza, ovviamente, ma credo che il nostro sistema sanitario sia una delle ricchezze del nostro Paese”. Concludendo, si è concesso pure una battuta sul tema centrale del programma, ovvero la conoscenza: “La curiosità è ciò che ci tiene vivi. È una forma di amore per la realtà”- le sue parole riportate dalla redazione de Il Fatto Quotidiano.

Nonostante molti abbiano apprezzato le parole di Jovaper alcuni avrebbe fornito un vero e proprio servizio pubblico – altri hanno criticato la scelta editoriale di Alberto Angela ( sapete che ha bloccato Francesca Michielin su WhatsApp per colpa di una coperta? ). Basta dare un’occhiata ai commenti comparsi su X, rilanciati da Il Messaggero.

Albertone ti voglio bene eh, però l'intervista a Jovanotti anche no. Dai, andiamo avanti che mi sto addormentando”, “Alberto ti prego BASTA, stiamo sentendo Jovanotti parlare dei cazzi suoi da una vita e questo è un programma di divulgazione scientifica in teoria", “Ma perché questa intervista interminabile a Jovanotti? Non ci sono già abbastanza programmi che fanno questo? Tra l'altro chi se ne frega del jovapensiero”.

Non sono mancate ovviamente le repliche ironiche, come questa: “L'intervista a Jovanotti è stata così lunga che stasera il programma si chiamerà Noof”. Secondo gli utenti concedere quasi mezz’ora all’artista è stata una mossa semplicemente azzardata, perché secondo loro si poteva dare spazio a persone più interessanti.

martedì 24 giugno 2025

Le critiche a Fabri Fibra dai fan di Liam Payne: “Tu puoi ammazzarti come il cantante degli One Direction”

Fabri Fibra, dopo l’uscita dell’11° album in studio Mentre Los Angeles Brucia, ha ricevuto delle critiche per la presenza di barre su Liam Payne e Sangiovanni in Karma Ok. Qui l’analisi e la risposta del rapper.


Mentre Los Angeles Brucia è il nuovo album di Fabri Fibra, l'11° in studio per il rapper di Senigallia che contiene al suo interno le collaborazioni con Gaia, Joan Thiele, Massimo Pericolo, Nerissima Serpe e Papa V, Tredici Pietro e Noyz Narcos, oltre al sample de L'Avvelenata di Francesco Guccini che apre il disco. Tra i brani che, involontariamente, hanno acceso le discussioni sul disco, c'è anche Karma Ok: dall'uscita di Mentre Los Angeles Brucia, in molti su X hanno commentato alcuni passaggi testuali della canzone, proprio nella prima strofa. Infatti, come recita il testo: "Sono l'eletto, sempre sul pezzo, tu puoi ammazzarti come il cantante dei One Direction".


Le accuse dei fan degli One Direction nei confronti di Fabri Fibra per la rima su Liam Payne
Il riferimento è chiaramente diretto a Liam Payne, l'autore scomparso lo scorso 16 ottobre in Argentina, dopo esser caduto dal terzo piano dell'hotel Casa Sur nel quartiere di Palermo, a Buenos Aires a 31 anni. Una punchline che non sembra esser stata gradita dai fan della band britannica, che su X hanno commentato con sdegno. Tra i messaggi c'è chi condanna Fibra di aver cercato un momento di notorietà ( sic ) attraverso una barra conflittuale come quella su Liam Payne, e chi lo ha accusato di poco tatto nei confronti del tema della salute mentale e della fragilità emotiva degli artisti. Un momento che ritornerebbe anche successivamente nella strofa, quando nel name dropping di Fibra capita anche Sangiovanni: "Come bere e poi vomitare tutti i miei drammi e il disco lo droppo, chi ca**o pensavi fossi, Sangiovanni?".


Dalla condanna per A me di te al rap come forma di rottura
Le accuse e le critiche nei confronti di Fabri Fibra si inseriscono in una linea temporale in cui, solo un mese fa, l'artista era stato condannato, insieme alla Universal Music Italia, in cassazione al pagamento di 70mila euro a Valerio Scanu per diffamazione, contenuta in una porzione di testo della canzone A me di te, che è possibile ascoltare nell'album Guerra e Pace del 2013. In merito al dilemma sulla censura, proprio poche settimane fa, intervistato da Fanpage.it, Fabri Fibra aveva spiegato la sua versione: "Intanto la sentenza è la sentenza, però penso esattamente il contrario di quello che si dice: l'artista è liberissimo di dire quello che vuole perché io l'ho detto. Poi ci sono delle cose che puoi dire senza pagare conseguenze e cose che puoi dire pagandole, ma se sei un artista non ti devi interessare. La domanda che faccio io è: tu artista dici quello che vuoi dire o di dici solo quello che non ti farà pagare delle conseguenze?".

La presenza di Andrà tutto bene nel racconto dell'album Mentre Los Angeles Brucia
Proprio legandosi all'intervista, è interessante osservare il punto di vista di Fabri Fibra sull'azione di rottura del rap, anche nel racconto: "Generalmente il rap va a infilarsi dove c'è la ferita aperta, mentre la canzone italiana sulla ferita ci mette un bel cerotto a forma di cuore, questa è la grossa differenza, il rap è di rottura". E proprio in merito ai riferimenti testuali e all'immaginario ultraventennale del rapper di Senigallia è importante discutere, sia nella punchline che interessa Liam Payne, sia di quella che vede protagonista Sangiovanni. Anche perché, nello stesso album è contenuto un brano come Andrà tutto bene, in cui viene descritta la storia di Anna e Marco, rispettivamente vittime di revenge porn e bullismo.

La natura dissacrante di Fabri Fibra e il messaggio per Sangiovanni post-Sanremo 2024
In un album come Mentre Los Angeles Brucia, la sola speculazione su alcune immagini dissacranti e violente sembrano distruggere la visione di Fabri Fibra, soprattutto se non si tiene conto della modalità di racconto a cui l'autore di Senigallia ci ha abituato. Ma ancor di più è necessario uscire dall'attualità e dal momentum della strofa, soprattutto in merito a Sangiovanni. I due autori hanno prima di tutto collaborato, ma soprattutto, dopo l'annuncio post-sanremo di Sangiovanni, Fabri Fibra era stato uno degli autori ad aver speso delle parole nei suoi confronti: "Se questo mestiere fosse facile lo farebbero tutti, è difficile reggere alla pressione. Bisogna circondarsi di persone che sappiano interpretare i tuoi stati d’animo e i segnali che mandi. Devi circondarti di persone che possono aiutarti nei momenti difficili. Mando un saluto a Sangiovanni, perché tra l’altro sono nel suo nuovo disco, e capisco perfettamente e rispetto tantissimo la scelta che ha fatto di dire: non son pronto, non esco".

Fonte: Fanpage.it

La scelta Svizzera, i conti non pubblici, la produzione di biancheria intima. Il rapper Guè cambia, chiude le società in Italia e apre a Lugano

Liquidate e sciolte alla fine del 2024 le tradizionali attività italiane per gestire i diritti musicali e i proventi dei concerti. A fine gennaio aperta nel Canton Ticino la sua nuova società, che si chiama "Oyster Music"


Il rapper Guè, che fino a qualche anno fa era conosciuto come Guè Pequeno, ha fatto emigrare in Svizzera tutte le sue società, chiudendo i business in Italia. Guè, che all’anagrafe si chiama Cosimo Fini, controllava a Sirtori, provincia di Lecco, la srl semplificata Goldenboy, di cui è stato amministratore unico oltre che socio dal 23 aprile 2013 al 28 novembre 2024, giorno in cui ha chiesto e ottenuto la cancellazione dal registro delle imprese. Aveva tra l’altro anche il 6 per cento della Trx radio srl, che è stata nello stesso tempo sciolta e messa in liquidazione. Non è stato però un abbandono degli affari, tanto è che l’attività del rapper prosegue florida, come ha dimostrato la sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo insieme a Shablo, Tormento dei Sottotono e Joshua.

La nuova Oyster music fondata a Lugano per amministrare diritti discografici e concerti
Fra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025 il business di Guè è resuscitato imprenditorialmente in Svizzera, nel Canton Ticino ( a Lugano, in via Losanna ). Il 29 gennaio scorso è stata depositata la costituzione della società Oyster Music SAGL, di cui è “gerente” proprio Guè. La società, con 20 mila franchi svizzeri di capitale, ha nell’oggetto sociale «L’attività editoriale, tipografica, di riproduzione e di diffusione nel campo della musica e delle edizioni musicali in genere, direttamente o attraverso terzi, sia in Svizzera che all’estero, in particolare: l’acquisizione, lo sfruttamento e l’amministrazione dei diritti d’autore relativamente alle edizioni musicali, discografiche, nonché all’editoria musicale; la produzione, la diffusione e la vendita di edizioni musicali in genere, nonché la pubblicazione e il commercio di qualunque tipo di rivista o stampato attinente al settore musicale; l’incisione, la stampa, la riproduzione con qualsiasi altro mezzo di qualsiasi brano e/o opera a carattere musicale, la commercializzazione e la vendita dei prodotti risultanti».

Conti di Guè d’ora in poi segretati. Vuole produrre anche biancheria intima e calzature
La Oyster Music sagl è essenzialmente una società musicale, ma il 3 febbraio successivo, nella pubblicazione nel giornale del commercio del Canton Ticino, le sue attività sono state allargate a quelle di una propria immobiliare e curiosamente anche alla «fabbricazione e il commercio all’ingrosso e dettaglio, nonché la vendita per corrispondenzadi articoli di vestiario confezionati di qualunque tipo e pregio, compresi quelli di maglieria esterne e di camiceria, accessori di abbigliamento, esclusi quelli costituiti da preziosi; biancheria intima di qualunque tipo e pregio, calzature e articoli in pelle e cuoio di qualunque tipo e pregio; ombrelli, occhiali in genere e articoli ottici indumenti usati, abbigliamento sportivo, nonché la vendita al dettaglio e all’ingrosso di tutte le merci predette e consentite». Una possibilità non ancora esercitata. Non sapremo mai molto d’ora in avanti delle cifre del business del rapper italiano perché in Svizzera una sagl non è tenuta a rendere pubblici i suoi bilanci, che sono solo disponibili invece per le banche eventualmente finanziatrici.