L'Afi (Associazione Fonografici Italiani) ha affidato la ormai nota questione che la vede contrapposta a Meta per l'utilizzo non autorizzato dei contenuti dei suoi associati e mandanti allo Studio Lipani Catricalà & Partners, e in particolare al team di litigation guidato dall'equity partner Silvia Cossu insieme al professore Enzo Cannizzaro e l'avvocato Simone Ventura.
"La decisione di affidare la controversia a uno studio così prestigioso, con un'importante storia nell'ambito del contenzioso antitrust, nasce dall'ambizione di vedere riconosciuto una volta per tutte il corretto equilibrio di mercato e la fine di un periodo di conclamati abusi e soprusi da parte del gigante dei social media, oggi rinominato Meta Platforms, commenta il presidente di Afi Sergio Cerruti.
"Contrariamente ai personalismi emersi sul tema, frutto di sensazionali dichiarazioni tecnicamente inesatte e sicuramente fuori luogo espresse da presidenti di altri organismi di rappresentanza, il nostro solo ed unico scopo è quello di provare a riequilibrare il mercato a favore anche degli interessi nazionali, in particolare delle piccole e medie imprese del nostro Paese che non vogliono e non devono sottostare ad un sistema che impone loro di rivolgersi ad associazioni estere per vedere riconosciuti diritti che ad oggi vengono già gestiti ad intermediati per loro, come da norma di legge, da Associazioni italiane, tra cui la stessa Afi", spiega Cerruti.
"Mi dispiace che per l'ennesima volta sia stato necessario chiamare in causa avvocati e studi legali per una situazione che oltre essere ampiamente conosciuta da chi la esercita è altrettanto compresa da Agcm e Agcom, le Autorità che vigilano sul mercato e sul nostro settore, le quali fino ad oggi non hanno avuto il giusto stimolo per affrontare la big company americana Meta, come se l'applicazione delle norme relative alla concorrenza e alla libertà d'impresa dipenda dalla dimensione delle parti coinvolte e non dalla quantità e qualità dei diritti violati", spiega Cerruti.
"A questo punto ci aspettiamo che lo Studio Lipani Catricalà & Partners riesca a catturare l'attenzione delle Autorità e trovare una definitiva risoluzione alla questione, che altrimenti saremo costretti a portare anche noi all'estero ma nel nostro caso nelle arene decisorie della Commissione Europea, sicuramente più determinante nei confronti delle grandi corporazioni di interesse multinazionale".
Fonte: Ansa.it